I creatori di Stranger Things sono stati accusati di plagio. A quanto pare, avrebbero preso l’idea dalla sceneggiatura di Totem.
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Stranger Things: gli ideatori accusati di plagio
Netflix e i creatori di Stranger Things sono stati accusati di plagio dalla Irish Rover Entertainment. Afferma che i creatori hanno rubato l’idea di un altro progetto.
Secondo quanto riportato dai siti Digital Spy e The Wrap, Stranger Things avrebbe rubato diversi elementi da una sceneggiatura scritta da Jeffrey Kennedy e intitolata Totem. Tra questi bisogna includere “la trama, le sequenze, i personaggi, il tema, i dialoghi, l’atmosfera, l’ambientazione, come pure il concept art”.A collegare i due progetti sarebbe un uomo che aveva lavorato con Kennedy ed in seguito ha creato il concept art di Stranger Things.
L’idea di Totem nasce dopo la morte di un amico d’infanzia di Kennedy che soffriva di epilessia:
“Durante la loro infanzia insieme nelle zone rurali dell’Indiana, Kennedy e il suo amico hanno affrontato la costante minaccia del ‘demone personale’, l’epilessia, che ha creava come fulmini nel suo cervello. Questi fulmini o sequestri lo mandavano in una sorta di realtà alternativa dove il demone risiedeva”. Inoltre, in Totem c’è anche il personaggio di una ragazzina con poteri molto simile a Eleven.
La risposta di Netflix all’accusa di plagio
Questa è stata la risposta di Netflix all’accusa di plagio da parte di Stranger Things:
“Il signor Kennedy ha spacciato queste teorie cospirative inverosimili per anni, anche se Netflix gli ha ripetutamente spiegato che i fratelli Duffer non avevano mai sentito parlare di lui o della sua sceneggiatura inedita fino a quando non ha iniziato a minacciare di denunciarli. Dopo che ci siamo rifiutati di cedere alle sue richieste di pagamento, ha presentato questa citazione infondata. Non mancano le persone che vorrebbero rivendicare il merito per aver creato Stranger Things. Ma la verità è che lo show è stato concepito in modo indipendente dai fratelli Duffer ed è il risultato della loro creatività e del loro duro lavoro”.