Serial Killer: 10 film narrati dal loro punto di vista

I serial killer sono generalmente degli antagonisti nei film, ma non mancano le opere in cui sono loro i veri protagonisti. Eccone una carrellata.

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Da Psycho in poi, la figura del serial killer nel cinema thriller e horror è qualcosa con cui abbiamo avuto a che fare decisamente spesso. Esseri umani nell’aspetto ma inumani nell’indole, talvolta dotati di poteri sovrannaturali o comunque di una resistenza fuori dal comune: queste sono le figure che siamo abituati a vedere come antagonisti nei cosiddetti slasher, ossia in un sottogenere dell’horror in cui è presente un killer che ammazza uno dietro l’altro vari altri personaggi. Questa non è tuttavia l’unica concezione del serial killer presente nel cinema: in altri film, per quanto più rari, il serial killer è invece al centro dell’opera in qualità di antieroe, ed è proprio lì che lo vediamo per quello che è davvero, ossia uno psicopatico con seri problemi mentali ma senza chissà quali doti fisiche fuori dal comune. Di seguito una carrellata di 10 film posti da questo punto di vista: clicca sui titoli per vedere i trailer.

10 film “visti” dal punto di vista del serial killer

1. American Psycho: nel film del 2000 tratto dall’omonimo libro, Christian Bale interpreta Patrick Bateman, un ragazzo di successo che lavora a Wall Street. Ricchissimo, bellissimo, con una vita ricca di stimoli e divertimenti, Patrick nasconde tuttavia una doppia vita: è un maniaco ossessivo-compulsivo che fin dall’adolescenza prova un irrefrenabile impulso di uccidere. Il film è incentrato proprio su quella in cui i suoi deliri si fanno sempre più irrefrenabili ed i momenti di lucidità diventano sempre più rari. Gli omicidi un tempo sporadici diventano sempre più efferati, Patrick non è nemmeno più in grado di distinguere il sesso dall’omicidio, e la situazione non può non precipitare.

2. The Butterfly Room. Un film del 2012 e molto meno famoso del precedente, in un cui una brava Barbara Steele interpreta un’inquietante entomologa che nasconde in casa non solo la sua collezione di farfalle ma anche il suo disturbo. Le sue manie la portano a sentire un irrefrenabile impulso di essere madre ma a negare con tutta se stessa la possibilità che una bambina possa crescerle e disobbedirle: tutto ciò l’ha portata in passato a doversi allontanare da sua figlia, e per questo nel presente non fa altro che cercare di avvicinare bambine ed eliminare chiunque possa costituire una minaccia per i suoi piani, incluse quelle madri che secondo lei non meritano di esserlo. Anche per lei troviamo un climax che renderà difficile nascondere la realtà.

3. Monster. In questo celebre film del 2003 un’irriconoscibile Jodie Foster interpreta una serial killer realmente esistita, Aileen Wuormos, la quale era stata giustiziata appena un anno prima. Trattasi di una prostituta che proveniva da un’infanzia davvero difficile, ed ai cui traumi si va ad aggiungere una terribile violenza subita sul posto di un lavoro: più un tentato omicidio che uno stupro in verità, a cui una psiche già labile reagisce andando in frantumi. Da quel momento, ogni uomo che la incontra nel suo cammino diventerà preda delle sue manie di persecuzione e finirà con l’essere ucciso anche quando non aveva assolutamente intenzione di nuocerle. In questo contesto, tuttavia, Aileen non potrà farla franca per sempre.

4. La Casa di Jack. Da molti considerato il miglior film horror del 2018, in quest’opera di Lars Von Triel troviamo un bravo Matt Dillon nei panni di Jack, uno psicopatico ispirato al celebre Ted Bundy. Il film è diviso in 5 cruenti episodi: il primo è un fattore scatenante che porta Jack ad uccidere una Uma Thurman veramente fastidiosa, ma i successivi vedono un uomo sempre più crudele ed efferato uccidere persone completamente innocenti, fra l’altro imbastendo il tutto di riferimenti filosofici che sottolineano ancora di più la sua figura di psicopatico dall’intelligenza fredda e fervida. E’ soltanto sul finale che possiamo tuttavia toccare con mano l’apice della sua follia, con una digressione che ci porta a pieno regime nel metacinema…

5. Halloween The Beginning. Diretto da Rod Zombie, si tratta di una sorta di prequel/remake dell’originale di Carpenter, in cui si ci distacca tuttavia dalla figura del serial killer quasi sovrannaturale che siamo abituati a vedere nelle saghe horror. In quest’opera, infatti, conosciamo Michael Mayers fin da bambino così da poterne toccare con mano traumi ed abusi subiti, così da poter comprendere che effettivamente una ragione per cui la sua opera malefica è iniziata c’è: nell’originale la sua sembrava invece una figura studiata a tavolino per una trama fatta di soli omicidi, per un meraviglioso tecnicismo che serviva ad intrattenere ma dal quale probabilmente nessuno pensava di tirare fuori una saga. Un’operazione quasi unica nel mondo delle saghe slasher.

6. Dahmer – Il Cannibale di Milwaukee. Anche questo, come Monster, narra la vita di un serial killer veramente esistito, ossia Jeffrey Dahmer. Interpretato da David Jackobson, il serial killer si mostra con tutta la sua irruenza che lascia tuttavia sprazzi di umanità: si parte con un primo omicidio accaduto quasi per caso ma che genera poi un loop da cui l’uomo non riesce più ad uscire. Il suo modus operandi è fra i più famosi di sempre: Dahmer attira altri uomini in casa sua, spesso persone omosessuali conosciute in cruising bar, le uccide (talvolta dopo aver avuto un rapporto), ha un successivo rapporto col cadavere e se ne ciba. Alla fine, un atto di pietà sarà la causa del suo arresto.

7. Il Giglio Del Male. Trattasi forse del primo film in assoluto su questa tematica, in quest’opera possiamo seguire le vicende di una bambina che inizia fin dalle scuole elementari l’attività di serial killer. Si tratta di un film degli anni ’50, quindi non può essere certamente un’opera sviluppata in maniera moderna con i ritmi a cui siamo abituati, eppure fin dalla prima (lunga) presentazione della giovane protagonista ci rendiamo conto di come ci sia qualcosa che non va nella sua psiche. Quando di lì a poco le sue manie la portano ad uccidere un amichetto della scuola, gli altri personaggi del film si dividono tra chi è incantato dalla finta innocenza della bambina e chi inizia a capire che c’è qualcosa che non va in lei…

8. L’angelo Del Crimine. Un film forse un po’ diverso dagli altri in quando il suo protagonista, Carlitos, non nasce come serial killer ma come ladruncolo, prima da solista e poi in collaborazione con una famiglia di delinquenti. Quando tuttavia il ragazzo dall’aria angelica si ritrova per la prima volta a compiere un omicidio mentre esegue un colpo, di lì a poco svilupperà un’attrazione morbosa per quell’atto che lo porterà ad uccidere sempre più spesso anche quando se ne potrebbe fare a meno. Come sempre avviene nelle menti di serial killer la cui vera natura è rivelata da un evento fortuito, le manie di Carlitos si fanno sempre più pericolose e si rivolgeranno presto anche verso i suoi collaboratori.

9. Il Silenzio Degli Innocenti. Forse il film più famoso di sempre insieme a Psycho per quanto riguarda il tema “serial killer”, in questo film conosciamo per la prima volta Hannibal Lecter, ex psichiatra arrestato perché rivelatosi un pericoloso serial killer e cannibale. La trama del film verte in realtà sui tentativi di cattura di un altro serial killer, Bufalo Bill, tuttavia per riuscire a catturarlo una poliziotta è costretta a continui colloqui con Hannibal con il fine di entrare nella sua psicologia e poter in questo modo avere un’arma in più per catturare un altro assassino seriale. Entrare nella mente di un maniaco intelligente come Lecter creerà tuttavia un rapporto a dir poco morboso…

10. Identità. Un film che forse stona un po’ in questa lista nel momento in cui se ne valuta la sinossi, è vero, ma a visione completata si ci renderà conto di come quest’opera più di ogni altra sia esattamente in grado di farci vedere la situazione “dall’interno”, di mostrarci senza sconto alcuno cosa accade dentro alla testa di un assassino seriale. La trama del film è ispirata a quella di “10 Piccoli Indiani”, il celebre romanzo di Agatha Christie, tuttavia qui l’idea di far morire una dopo l’altra 10 persone intrappolate in un contesto isolato e da cui nessuno può scappare è funzionale ad un fine che neanche chi ha letto il libro potrà intuire subito. Non dico altro perché non fare spoiler sarebbe impossibile: QUI LA MIA RECENSIONE DEL FILM.

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