Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini: la nostra vita tra scrittura e cinema

Il regista e la scrittrice si raccontano a Pordenonelegge 2017

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Ho amato i libri, il mondo della carta stampata, la letteratura, sin da un’età che nemmeno ricordo. In questo mondo fatto oramai di smart phone, Ipad, ebook e chi più ne ha più ne metta, ho stanze zeppe di libri, un quaderno con appuntati titolo e trama di tutti i libri letti in quarant’anni di vita e le frasi (sui libri rigorosamente sottolineate a matita) che più mi hanno colpito e in cui mi riconosco, o mi trasmettono un messaggio particolare, di ogni singolo romanzo. E non smetto, né smetterò, di comprare libri, quelli veri, quelli di carta, in brossure svariate e di cui sono estremamente gelosa.

Guardo un film tratto da un romanzo solo dopo aver letto il libro e il più delle volte resto delusa perché l’interpretazione del regista non è quasi mai la mia, perché le ambientazioni e i volti dei personaggi non corrispondono al mio immaginario…

Questo non succede con i libri di Margaret Mazzantini, quando Sergio Castellitto, regista e sceneggiatore, porta sugli schermi uno dei libri di questa straordinaria autrice. Perché?

Perché quando scrittrice e regista sono una coppia nella vita, lei, la scrittrice, nella sceneggiatura ha un ruolo attivo e allora, allora il connubio scrittura e cinema è arte assoluta, un matrimonio perfetto che mai potrà deludere né gli amanti della letteratura né gli appassionati del cinema.

Non ti muovere” lo lessi d’un fiato, il film mi fece emozionare quanto le pagine scritte.

Ora è il momento di “Fortunata”, sugli schermi dal 25 ottobre, già successo al Festival di Cannes 2017: altra creatura Mazzantini-Castellitto dove però, al posto di un libro, c’è direttamente una sceneggiatura. Forse il cinema ha influenzato Margaret?

Ed ecco la risposta arrivare direttamente da loro, grazie a Pordenonelegge.it, dove Margeret Mazzantii e Sergio Castellitto sono stati ospiti in questa straordinaria diciottesima edizione del festival.

“Ho sempre amato tutte le forme d’arte – esordisce la Mazzantini – e tra esse anche il cinema, anche se mi piace molto di più vederlo che farlo. Sicuramente il cinema ha influenzato la mia scrittura, fin dall’inizio della mia carriera, tanto che tutti i miei libri sono fatti di una scrittura ricca di immagini, che molto si prestano ad essere trasformate in pellicola. Poi con Sergio l’influenza si è fatta sicuramente più accentuata e così scrivi e scrivi… ‘Fortunata’ è stata direttamente una scenografia”.

Un’alchimia naturale quella tra questi due artisti?

“Direi fatale – ride Margaret –! Del resto stiamo insieme da tanti anni… Quando ho iniziato a scrivere, Sergio non pensava di portare sullo schermo i miei libri, ma poi con ‘Non ti muovere’ abbiamo iniziato a lavorare insieme. Abbiamo una visione molto simile del mondo, della vita; c’è affinità e questa affinità si respira credo, anche tra libri e film”.

Due braccia o due menti?

Questa volta è Castellitto a rispondere: “Due menti sicuramente! Ma il genio è Margaret, perché il genio è ciò che crea un’idea unica. Poi ci sono io, un bravissimo artigiano, che dipana, che “cucina” e fa ben assaporare ai telespettatori le sensazioni, le emozioni che Margaret ha creato.

Devo ammettere che ho imparato a fare regia grazie alla scrittura, quella di Margaret in primis, e non grazie ai registi con cui ho lavorato. Le frasi di Margaret muovono un nervo dentro di me che fa in modo di trasformarle in immagini”.

Ma se Castellitto ha imparato a fare il regista, Margaret Mazzantini è nata scrittrice.

“Mio padre faceva lo scrittore – racconta l’autrice – e in lui ho visto tanta sofferenza, difficoltà, e non volevo fare la scrittrice. La mia è stata una vocazione inizialmente negata, tanto che prima di iniziare a scrivere ho fatto teatro. Poi forse il mio era un destino (io credo invece che i doni naturali non possono essere messi a tacere, perché prima o poi hanno bisogno di esprimersi) e ho scritto il mio primo libro. La mia scrittura è però completamente diversa da quella di mio padre. Lui era così tanto nostalgico, legato al passato…”.

Ma che differenza c’è tra scrivere e fare un film?

“Scrivere è un gesto di solitudine sostanziale – risponde Castellitto -, mentre fare un film è un gesto di solitudine nella moltitudine”.

Una solitudine che un po’ Margaret ha dovuto accantonare, moglie e madre di quattro figli, moglie di un regista per di più, che negli ultimi anni ha richiesto la sua collaborazione.

“Casa Castellitto-Mazzantini è molto viva, c’è un sacco di lavoro da fare – ride Margaret –e a volte siamo stanchi, pur nella nostra straordinaria complicità… i figli, il lavoro, le sceneggiature, i film… Ma no, non rinuncerò ai miei libri e presto riscatterò il mio bisogno di solitudine chiusa in una stanza a scrivere”.

E chissà magari il teatro non ha del tutto perso un’attrice perché la Mazzantini non esclude un ritorno sul palco… ma tutto a suo tempo. Intanto godiamoci questa nuova pellicola, questa nuova storia  che ancora una volta confermerà sul grande schermo, grazie a Castellitto, la popolarità ottenuta da Margaret Mazzantini con le mie amate “storie di carta”.

Francesca Orlando

 

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