In onda, su RAI 1, domenica 29 maggio in SPECIALE TG1 in seconda serata, una produzione Clipper Media e Luce Cinecittà con Rai Cinema. “Hotel Sarajevo” ripercorre alcune delle vicende cruciali del conflitto nella ex-Jugoslavia.
“HOTEL SARAJEVO” i programma su RAI 1
Il racconto sull’assedio di Sarajevo e la guerra in Bosnia-Erzegovina per raccontare le ferite di una guerra avvenuta nel cuore dell’Europa, dove comunità che avevano fino ad allora convissuto si ritrovarono coinvolte, alternativamente vittime e carnefici, in crimini spietati. A trent’anni dalla guerra nei Balcani e dall’assedio di Sarajevo, uno dei più lunghi della storia moderna, tre generazioni si raccontano: Boba, fixer di guerra, Zoran che aveva solo tredici anni, Belmina che non era ancora nata. Un confronto nella memoria e nel trauma, per provare a superarlo. L’hotel Holiday Inn di Sarajevo, “casa” di molti corrispondenti stranieri e troupe televisive ascolterà e unirà queste storie.
I PROTAGONISTI
Zoran Herceg, artista, scrittore e fumettista. All’epoca della guerra era un ragazzo, diventerà un profugo che dovrà riflettere sul senso di se stesso, del suo essere jugoslavo e ancora vivo. Boba Lizdek, fixer di guerra. All’epoca aveva ventisei anni. Era la figura dinamica che, entrando e uscendo dall’Holiday Inn, rappresentava un ponte di comunicazione tra il conflitto che avveniva fuori dall’hotel e la stampa occidentale che lì soggiornava. Entrambi ripercorrono la propria memoria per il trentennale dell’assedio di Sarajevo: Boba attraverso la sua mostra sull’Holiday Inn al Museo Storico di Sarajevo e l’impegno nell’Hotel History Foundation, con lo scopo di ricostruire la memoria storica degli hotel di guerra in varie parti del mondo; Zoran attraverso la ricerca per il suo fumetto.
Il legame tra l’Holiday Inn e Boba è profondo
Lì nasce anche la sua storia d’amore con il cronista francese Paul Marchand. Un amore che si è acceso nel mezzo delle bombe e che le ha permesso di sopravvivere alla guerra. Il viaggio di Zoran svela le dinamiche degli equilibri etnici e confessionali contenuti negli accordi di Dayton, che rischiano di alimentare le divisioni piuttosto che aiutare a superarle. Zoran e Boba incontrano, proprio all’Holiday Inn, la giovane executive manager Belmina Bajrović. Nel loro incontro si confrontano tre generazioni: quella di Boba che ci fa attraversare passato e presente, quella di Zoran, costretto a fuggire all’estero con un convoglio della Croce Rossa, che ci porta nell’attualità attraverso l’analisi della sua memoria personale e il suo fumetto, quella di Belmina, che non era ancora nata.
È Zoran a condurci nella sua storia e nei luoghi della sua vita
Da quel momento parte la ricerca e gli incontri per ricomporre il passato con il presente, la Storia con la vita quotidiana. “La mia guerra è finita quando avevo diciassette anni. Ora che ne ho quarantatré, i colpi di mortaio li sento ancora. Arrivano da un altro paese che, come il mio, si sente parte d’Europa”.
“La guerra è arrivata a Sarajevo di lunedì. Era il 6 aprile del 1992. Tutti dicevano che la guerra non ci sarebbe stata. E se anche ci fosse stata non sarebbe mai arrivata a Sarajevo” dichiara Zoran.
Sarajevo: una città da scoprire!
ALTRI INCONTRI SU RAI 1
Con Zoran scopriamo anche agli aspetti culturali e artistici di Sarajevo, mai venuti meno, neppure nei momenti più bui. Incontriamo Nihad Kresevljakovic, direttore dell’International Theater Festival MESS e regista, insieme al fratello Sead e Nedim Alikadic, del documentario “Ti ricordi di Sarajevo?”. Indagheremo con loro la rappresentazione della memoria nell’arte e nel video. Incontreremo Bakira Hasesic, una delle circa venticinquemila donne violentate tra il 1992 e 1995 durante la guerra in Bosnia-Erzegovina.
Bakira da anni lotta per rompere il silenzio
Nel 2003 ha fondato l’associazione Zenezrtve Rata (Donne vittime della guerra), con sede a Sarajevo, che unisce donne musulmane, serbe, croate e rom. Ha raccolto oltre cinquemila testimonianze di donne vittime degli stupri di guerra. Incontriamo Bekir Halilović e Valentina Gagić Lazić di Adopt Srebrenica. Bekir ha perso il padre durante il genocidio. Il suo trauma li contiene tutti: una generazione senza padri in cerca di un’identità. Insieme sperano di cambiare le cose, cercando di ridare vita a Srebrenica attraverso l’arte e il recupero della memoria.