Ci avete rotto il caos
Ci avete rotto il caos è uno spettacolo emozionante, duro, ma straordinariamente educativo che è andato in scena ieri sera e ci sarà pure questa sera, al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano. Si tratta di una pièce pensata e recitata dal gruppo teatrale del carcere di Bollate/Milano e promosso dal Consorzio VialedeiMille di Milano e Il Casa di ReclusioneMilano-Bollate, che da sempre si occupano della rieducazione dei detenuti.
Struttura dello spettacolo
Sul palco del teatro, che è una sorta di arena con tante balconate che si affacciano verso il basso, dove si muovono i protagonisti, gli attori interpretano spezzoni della loro vita di strada e di quelle che possono essere stati i diversi accadimenti che li hanno portati al carcere. In modo incalzante e ritmato, coadiuvato da musiche ad alto volume dove tra le diverse spicca The wall dei Pink Floyd, si parla ad esempio di bullismo nei confronti di chi è più debole e non si può difendere, di omofobia verso il diverso, che in quanto tale, da sempre, fa paura; di vite vissute ai margini della strada e nella illegalità come finto riscatto da un mondo subdolamente pulito che spesso poche volte ci nota e ci ripaga senza fatica. Ed ecco che arriva la riflessione, il ritmo si fa meno incalzante e a quel punto bisogna decidere come stare in un equilibrio di fatto “instabile”, come continuare a danzare e a “lasciarsi andare”, come riprendere consapevolezza in sé stessi, come risorgere. Il caos di una vita vissuta senza regole o meglio seguendo delle regole che sono individuali o del branco, ma che hanno portato al carcere, deve essere risolto, finalmente rotto. In scena arriva la coscienza che pone l’uomo davanti se stesso e lo obbliga a fare dei bilanci, come prima sopraggiunge il male tentatore che difende la via più semplice della violenza e del sotterfugio, e infine la bontà che comunque si ripropone nei cuori dei ragazzi. Il confronto è duro, ma alla lunga il bene e la coscienza vincono sul male, mosso da una rabbia e aggressività che poco alla volta si sciolgono in emozioni e in prospettive positive.
Conclusioni
Il finale porta i giovani a una redenzione, a capire che se si vuole dare uno scopo alla propria vita la strada è quella della costruzione e della solidarietà, non delle leggi della strada dove, come in una jungla sopravvive solo chi è fintamente più forte, perché la forza nasce dalla comprensione e da una vera presa di coscienza del proprio potenziale e comunque dall’umanità. Spettacolo da vedere per il messaggio che propone e per i bravissimi attori del carcere di Bollate.
Per informazioni: www.piccoloteatro.org