Psychodonna: debutto solo di Rachele Bastreghi

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Rachele Baustreghi

Forte, unica, affettuosa e un po’ “pazza”: ecco la Psychodonna di Rachele Bastreghi. La cantante dei Baustelle debutta con un pop retro, glam e oscuro che comunica magnificamente il suo messaggio.

Chi è “Psychodonna”?

Benvenuta nel mondo del pop, Rachele Bastreghi. Una delle voci dei Baustelle lancia la sua carriera da solista con Psychodonna, senza perdere un pizzico del suo appeal artistico. “Morricone che balla con Michael Jackson”, dichiara a Rolling Stone descrivendo la sua posizione nella musica. Un album di paradossi, di chiaroscuri, di elementi contrastanti che convivono nella musica.   “Un dramma in discoteca”: musica leggera dal nucleo profondo. E come filo conduttore le storie delle donne: le donne forti, sicure di sé e un po’ “psicotiche” che hanno il coraggio di  dire la loro sul mondo. 

“La Psychodonna è una donna piena di contrasti, fatta di mondi opposti che s’intrecciano, fragile, ma combattiva, costantemente in cerca di un equilibrio che sia solo suo”. Una donna che conosce la sua posizione nel mondo ed è determinata a lottare per tenersela. Una posizione che si è guadagnata e che sente di meritare. Tutto con in sottofondo un sound disco dark, retro e agghiacciante, che si combina ottimamente alla voce profonda e autorevole di Rachele Bastreghi. Una balera dark degli anni duemila, un po’ Gabry Ponte un po’ Max Martin – la spalla di Britney Spears, quella scandalosa e infelice dell’era Blackout. E su Psychodonna pare di volare 

Il coraggio di osare

“Due ragazze a Roma si amano senza paura/dal tramonto all’alba vivono a passo di danza”. Ma anche senza una ragazza accanto si può apprezzare il mondo di Psychodonna, un rave femminista e impavido che veste sulla manica la sua anima pop. Una di quelle notti in cui si può pensare di essere davvero tutto, sfoggiare i propri meriti e le proprie follie. Qualcosa di cui, senza dubbio, ogni “Psychodonna” della società di oggi può sentire il bisogno. Che si tratti dei desideri dell’eterna musa Penelope o di un amore ribelle, o qualunque tipo di ribellione, Rachele Bastreghi sa comunicarla con l’impeto richiesto dal caso. Psychodonna diventa dunque quell’ideale combinazione di esperienza musicale e personale che rende ogni parabola artistica degna di questo nome. Le uniche persone a cui non lo si potrebbe consigliare sono quelle che non apprezzano il synthpop in nessuna sua forma. Nemmeno quello bello. 

Qui per seguire Rachele Bastreghi

Un’altra “psychodonna” all’italiana è Joan Thiele: scopriamo qui di cosa si sta occupando

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