Orange is the new Black si è conclusa: recensione finale

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Attenzione: l’articolo può contenere spoiler!

Il 2019 è stato un anno duro per gli appassionati di serie TV. Abbiamo assistito al finale di Game of Thrones. Abbiamo detto addio alla sit-com The Big Bang Theory. Abbiamo visto la cancellazione, da parte di Netflix, della scanzonata Santa Clarita Diet.

Luglio, poi, ci ha portato il finale di Orange is the new Black. Il celebrato prison drama targato Netflix si è infatti concluso, dopo 7 stagioni. E, ancora una volta, non si è smentito, regalandoci sorrisi, lacrime e momenti di riflessione. Tutto ciò grazie alle sue protagoniste, che abbiamo imparato ad amare una per una.

SERIE TV: Le ragioni del successo del “prison drama”

Piper ed Alex: l’amore oltre le sbarre

La bionda protagonista Piper Chapman (Taylor Shilling), si trova a dover affrontare la vita fuori dal carcere. Ed è più dura di quanto si aspettasse. Piper si scontra con i pregiudizi sul suo passato, sul posto di lavoro e nella vita privata. Deve ricostruirsi una vita quasi da zero. Ma, soprattutto, soffre per la mancanza dell’amata Alex Vause (Laura Prepon), rimasta in prigione. Le due si erano sposate nel carcere di Litchfield durante la scorsa stagione. Anche Alex, sola senza la moglie, incontrerà non poche difficoltà. La coppia cercherà di combattere la nostalgia concedendosi delle “distrazioni” sentimentali. Con scarso successo.

Blanca e il dramma dell’immigrazione

La storia d’amore della dominicana Blanca Flores (Laura Gomez) col suo Diablo (Miguel Izaguirre) è forse la più autentica di tutta la serie. Lo scopo principale dei due è riuscire a stare insieme. Ma adesso, Blanca si trova rinchiusa in un centro di detenzione per immigrate clandestine. Qui incontrerà la bella Maritza Ramos (Diane Guerrero), di origini colombiane, il cui sogno di libertà avrà un triste epilogo. Nel centro incontriamo anche alcuni personaggi nuovi, capaci di farci affezionare in pochi episodi. Una donna incinta in seguito allo stupro subito mentre cercava di attraversare il confine per arrivare negli USA. Shani, una giovane egiziana con un passato drammatico alle spalle. Ma soprattutto Karla (Karina Arroyave), che lotta strenuamente per riottenere la custodia dei suoi figli. Queste donne vivono costantemente nell’incertezza. Non sanno cosa ne sarà di loro, se saranno deportate o rilasciate. Il loro dramma è tristemente attuale.

Shani, Nicky e il peso delle responsabilità

Negli anni, Orange is the new Black non ha mai avuto paura di affrontare temi considerati tabù. Ne è un esempio la storia di Shani (Marie-Lou Nahhas), che in un episodio racconta a Nicky Nichols (Natasha Lyonne) di aver subito la mutilazione genitale nell’infanzia. Le due ragazze si innamorano in pochi episodi, ma la legge le separerà brutalmente.

Ma nella vita di Nicky non c’è più molto spazio per l’amore. L’anziana russa Red (Kate Mulgrew), a tutti gli effetti una figura materna per lei, mostra evidenti segni di una demenza senile che avanza troppo in fretta. Fiaccata dall’isolamento e dall’umiliazione subita dalla guardia Piscatella, Red è ormai ben lontana dall’invincibile matrona che ricordiamo dalle precedenti stagioni. Inoltre, la migliore amica di Nicky, Lorna Morello (Yeal Stone), è definitivamente uscita di senno dopo la perdita del figlio neonato, deceduto a causa di una polmonite. Nicky sarà costretta ad accettare i propri limiti e a decidere che cosa trattenere e che cosa, invece, lasciare andare.

Taystee e Tiffany: la scelta più difficile

Nella scorsa stagione, Tasha Jefferson, detta Taystee (Danielle Brooks), è stata ingiustamente accusata dell’omicidio della guardia Desi Piscatella (Brad William Henke). Condannata all’ergastolo, la ragazza ha inoltre subito il tradimento di una delle sue migliori amiche, Cindy (Adrienne C.Moore). Cindy, infatti, benché cosciente dell’innocenza dell’amica, è stata convinta ad accusarla per ottenere la propria libertà. Tutto ciò ha privato Taystee della vulcanica allegria che l’ha resa uno dei personaggi più amati della serie. Incapace di accettare l’idea di trascorrere il resto della vita in carcere, per di più da innocente, la ragazza medita il suicidio. Per lei si prospetta una scelta particolarmente difficile. Dovrà infatti decidere se mollare, o se trovare anche in questa nuova dimensione una ragione per cui valga la pena andare avanti.

Diverso è l’epilogo di Tiffany “Pennsatucky” Dogget (Taryn Manning). Dapprima detestabile fanatica religiosa, il suo personaggio è lentamente entrato nel cuore del pubblico, fino a diventare uno dei più amati. Da sempre bollata come “stupida”, Tiffany scopre solo da adulta di avere in realtà un problema di dislessia. Decisa a prendere comunque il diploma, la donna si dedica con passione ad un progetto scolastico indetto dalla prigione. Il fallimento di questo piano distruggerà emotivamente Pennsatucky, la quale morirà, non è chiaro se intenzionalmente o meno, in seguito a un’overdose.

Fig e Caputo: la vita è imprevedibile

Un segno distintivo di Orange is the new Black è sempre stato quello di mostrare enormi cambiamenti nei suoi personaggi. Cambiamenti che stravolgono a volte completamente l’idea dello spettatore su un dato personaggio. Ne è un esempio la già citata Pennsatucky, passata dall’essere uno dei personaggi più odiati della serie, ad uno dei preferiti del pubblico. Oppure Suzanne “Crazy Eyes” Warren, interpretata dalla straordinaria Ubo Aduba, che spesso ci sorprende con la sua inaspettata saggezza.

Natalie Figueroa, spesso chiamata semplicemente Fig (Alysia Reiner) ha subito anch’essa un cambiamento radicale. Dapprima presentata come una megera, gelida e crudele, Fig mostra in quest’ultima stagione tutto il suo lato umano. Fino a compiere un gesto di profonda compassione nei confronti di una delle detenute.

Anche il suo rapporto con Joe Caputo (Nick Sandow), ex direttore di Litchfield, è una piacevole sorpresa. I due sono passati dal detestarsi cordialmente, all’intraprendere una passionale relazione clandestina. Adesso, però, la coppia è diventata ufficiale e, a suo modo, molto affiatata. I due cercano di concepire un figlio, con non poche difficoltà. Infine, decidono di adottare un bambino, sulle caratteristiche del quale sembrano avere le idee molto chiare: maschio, non più grande di due anni, affinché sia più facile educarlo. Il loro finale, che li vede invece conquistati dalla vivacità della piccola Vanessa, è una metafora dell’imprevedibilità della vita.

La fondazione Poussey Washington

L’ultima sorpresa, Orange is the New Black ce la regala nei titoli di coda. La fittizia Fondazione Poussey Washington, fondata da Taystee nella serie in memoria dell’amica scomparsa (interpretata da Samira Wiley), esiste nella realtà. La fondazione si occuperà di fornire micro prestiti alle donne che escono di prigione, perché possano riprendere in mano la propria vita senza ricadere nel vortice dell’illegalità. Augurandosi che questa possa essere l’eredità di una serie indimenticabile che, senza lesinare risate né lacrime, ha aperto gli occhi a molti di noi su una realtà sulla quale quasi mai ci interroghiamo.

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