Nastri d’Argento Documentari: War Is Over in cinquina per Il Cinema del reale

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Nastri d'Argento Documentari

Nastri d’Argento Documentari: Presentato in concorso nella sezione Panorama Italia di Alice nella Città all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma, il documentario War Is Over di Stefano Obino ottiene inoltre, la candidatura, entrando ufficialmente nella cinquina della categoria Cinema del reale.

Nastri d’Argento Documentari: Cosa racconta “War Is Over”?

Il film è un racconto sulla resilienza e un vero e proprio viaggio alla scoperta del Kurdistan iracheno, un’area profondamente colpita dal durissimo conflitto contro l’Isis – che ha lasciato infatti, più di 40 campi profughi, 1,6 milioni di persone in stato di necessità.

Il diario

Il diario di una madre accompagna gli spettatori all’interno di questo viaggio di “ricostruzione”, fatto di cose semplici. Con uno sguardo discreto ma mai distante, Stefano Obino restituisce quell’euforia esplosiva e inaspettata tipica di una vita che non vuole arrendersi, che vuole andare avanti nonostante le enormi difficoltà.

Il campo profughi

Così, una città bombardata si lascia “colorare” da una piscina e dalle risate di giovani che nuotano. Un campo profughi anela a trasformarsi in una città normale, dove si ordina una pizza a domicilio dalla propria tenda, o ci si riunisce per guardare una partita di calcio assieme agli amici.

I luoghi comuni

Obino scardina uno ad uno tutti i luoghi comuni sulla guerra, su ciò che crediamo di sapere su questi posti senza averci mai messo piede. Restituisce infatti, dignità e verità a luoghi e volti che ne sono privati, attraverso un uso sapiente delle immagini e dei suoni (che giocano un ruolo cruciale nell’opera) e un incedere narrativo estremamente serrato.

Produzione

Il film è prodotto dallo stesso Stefano Obino e ancora, da Tania Masi con la collaborazione della ONG Aispo (Associazione Italiana per la Solidarietà tra i popoli)

Nastri d’Argento Documentari: Aispo

La collaborazione con Aispo ha consentito l’accesso a strutture e luoghi, a cui altrimenti sarebbe stato impossibile arrivare. Il regista, infatti, assieme al direttore della fotografia William Chicarelli Filho, ha attraversato tutto il paese fino alla città di Sulaymaniyah, non lontana dal confine con l’Iran.


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