Nadine Labaki, regista di Cafarnao, sarà a capo del remake di Les Invisibles per Netflix.
Les Invisibles di Netflix
Nadine Labaki, conosciuta per il trionfale film Cafarnao, sarà la regista del remake inglese del francese Les Invisibles. Il film originale, uscito nel 2018 e tratto dal romanzo Sur la route des invisbles: Femmes dans la rue di Claire Lajeuni, è stato diretto da Luis-Julien Petit e contava nel cast attrici dal calibro di Corinne Masiero. La storia del film francese, sulla quale si baserà quella del remake firmato Netflix, si svolge principalmente all’interno dell’Envol, centro di accoglienza diurno nel Nord della Francia che riceve donne senza fissa dimora. Una doccia, un caffè, qualche ora di calore umano le confortano e le rimettono in piedi. Almeno fino al giorno in cui Audrey e Manu, a capo della gestione del centro, ricevono lo sfratto. Le due, tuttavia, non si arrendono e decidono di installare un laboratorio terapeutico per reinserire le donne in un mondo che le ha lasciate sole a se stesse.
Chi è Nadine Labaki
Nata a Beirut nel 1974, Nadine Labaki è figlia di un ingegnere e di una casalinga. La passione per il cinema la porta a tentare la strada universitaria. Difatti, nel 1997 si laurea alla Saint Joseph University di Beirut in studi audiovisivi, realizzando il suo primo cortometraggio 11 Rue Pasteur, con il quale nel 1998 vince il Premio di Migliore Cortometraggio alla Biennale di Cinema Arabo all’Istituto del Mondo Arabo di Parigi. Nel 2007 esordisce come regista con Caramel, presentato l’anno seguente al Festival di Cannes. Il successo cinematografico arriva con l’opera seconda E ora dove andiamo? nel 2011. L’anno seguente è chiamata a far parte della Giuria della sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2015 è parte della Giuria di Un Certain Regard al Festival di Cannes.
Il trionfo con Cafarnao
Ma è nel 2018 che arriva il film che la consacra al successo: Cafarnao, un racconto di miseria, dolore e speranza con protagonista Zain, dodicenne senza identità che lotta per sopravvivere ai continui soprusi nelle periferie di Beirut. Un eroe invisibile che combatte contro il sistema arrivando a portare in tribunale i genitori, colpevoli di averlo fatto nascere in questo impietoso mondo. “Per me è stata un’ossessione di responsabilità raccontare questa storia e dare un volto alle tragedie umane”, le parole della regista Labaki.