“More Heroes” – Riflettori sul Punk: Dead Boys

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i Dead Boys

“More Heroes” è una rubrica dedicata alla scoperta dei più grandi nomi che hanno fatto la storia del punk, molti dei quali non conosciuti adeguatamente come meriterebbero. Oggi i riflettori sono puntati sui Dead Boys.

Punk leggendario made in U.S.A.

Tra le prime formazioni punk di sempre, il nome dei Dead Boys rappresenta una sigla storica e di grande importanza. Nacquero nel 1975 a Cleveland, Ohio, dalle ceneri di un precedente gruppo chiamato Rocket From The Tombs, dove suonavano il chitarrista Eugene “Cheetah Chrome” O’Connor e il batterista Johnny “Blitz” Madansky. A loro si uniranno Jeff “Magnum” Halmagy (basso), William “Jimmy Zero” Wilden (chitarra) e Steven “Stiv” Bators (voce). Su suggerimento di Joey Ramone, leader dei Ramones, lasciarono la loro città natale per trasferirsi a New York.

Rozzi, veloci e provocatori, la loro carriera durò soltanto quattro anni nonostante il successo ottenuto in sede live grazie alle loro perfomance selvagge che assicurò loro diversi concerti al CBGB e una reputazione come gruppo decisamente estremo. D’importanza seminale è il loro primo album del 1977 pubblicato per la Sire Records, “Young, Loud And Snotty” in cui emerge tutto il furore e il messaggio nichilista della band. Il brano d’apertura, “Sonic Reducer”, oltre che essere considerato come uno dei più grandi inni del punk rock è stato inserito dalla rivista inglese Kerrang! nell’elenco dei 100 migliori riff della storia del rock.

La copertina di “Young, Loud And Snotty” che tradotto sta per “giovani, rumorosi ed arroganti”.

La dissoluzione

I Dead Boys incisero un secondo album nel 1978 dal titolo “We Have Come For You Children” che vide la partecipazione alle voce di Joey e Dee Dee Ramone. Album funestato da diversi dissidi tra la band e la Sire Records che li costrinse ad un ammorbidimento delle sonorità, in seguito all’insuccesso commerciale del precedente lavoro.

Da lì ad un anno la band chiude la sua avventura, anche a causa di un incidente avvenuto a Blitz in cui fu accoltellato in una rissa. In suo onore venne organizzata una serata di beneficenza al CBGB a cui parteciparono diverse band e dove l’attore John Belushi, grande fan del punk, suonò la batteria per i Dead Boys. Sempre nel 1979 la band, costretta a tenere fede ai loro obblighi contrattuali, si riunisce per la pubblicazione un album dal vivo. Bators, intenzionalmente, non canta nel microfono e le registrazioni risultano inutilizzabili. La sua voce verrà registrata in un secondo momento e il disco uscirà nel 1981 per l’etichetta Bomp! Records con il titolo “Night Of Living Dead Boys”.

Varie reunion

Nel corso degli anni ottanta la band si riunì in alcune occasioni. Bators, diventato la voce del supergruppo Lords Of The New Church composto anche da membri dei Damned e Sham 69, morì a Parigi nel 1990 a seguito di alcune ferite riportate dopo un incidente automobilistico.

Nel 2004 e 2005 i membri restanti dei Dead Boys si riunirono per un concerto a Cleveland e per un’altro in favore del CBGB che chiuderà da lì a breve. Nel settembre del 2017 viene rilasciato “Still Snotty: Young, Loud And Snotty At 40”, ovvero una nuova versione risuonata del loro lavoro d’esordio con cui i Dead Boys ritornano ufficialmente sulla scena musicale. Della formazione originale rimangono solo Chrome e Blitz, affiancati da giovani musicisti.

Curiosità

Il nome Dead Boys deriva dalla canzone “Down In Flames” del precedente reportorio dei Rocket From The Tombs.

Gli ex membri dei Rocket From The Tombs David Thomas e Peter Laughner hanno in seguito fondato i Pere Ubu, nome fondamentale del post-punk.

La band hardcore punk italiana Cheetah Chrome Motherfuckers prende il nome dal chitarrista dei Dead Boys.

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