Dopo una prima parte del “Mengoni Live 2019” svoltasi negli scorsi mesi appena dopo la pubblicazione dell’album “Atlantico”, Marco Mengoni è ripartito ieri sera con la leg autunnale del progetto. Una leg che, com’è giusto che sia, parte da una delle poche città italiane che non hanno avuto modo di ospitare Marco nella prima parte ma che aveva avuto modo di accoglierlo soltanto per un firmacopie di “Atlantico”: Perugia. La location per il primo concerto di questo tour nei palazzetti è quindi il Palabarton, un palazzetto non grandissimo ed in cui un artista così forte ha chiaramente sfiorato il sold-out.
Marco ha dalla sua tre grandi doti: un repertorio vario e versatile, una vocalitá potente ed incisiva, una presenza scenica da urlo. A questo si aggiunge un ottimo uso di luci e scenografia, ed il risultato è garantito fin dal primo istante con un’entrata spettacolare alla Beyoncé. Il concerto prosegue alternando sapientemente up tempo a baad, brani in cui Marco può far uscire tutta la sua grinta e brani in cui deve invece risultare emotivo: la sua presenza scenica e l’ottimo palco lo assistono in questo, ed il risultato è uno spettacolo capace di coinvolgere in toto lo spettatore, di scatenato e commuoverlo in base alla canzone.
Lo spettacolo del “Mengoni Live 2019” non è breve ma dura ben 2 ore, un tempo in cui Marco preferisce tralasciare i brani pubblicati immediatamente dopo X Factor (la canzone più vecchia ad essere eseguita è “Credimi Ancora”) ed al loro posto inserisce cover di classici in inglese e spagnolo. La scelta è sicuramente felice, aggiunge un vibe potentissimo all’atmosfera ed evidenzia ancora di più le qualità di performer e cantante di Marco. L’artista sa come spingere l’acceleratore sulle note senza strafare e mostrare tutto della sua bella timbrica: le esecuzioni sono potenti, precise, energiche come poche. Mengoni offre uno show musicale di altissimo livello, e lascia tutti estasiati.
A sorprendere, chiaramente, non è questo ma ciò che lo show del “Mengoni Live 2019” aggiunge alla musica. Marco intrattiene il pubblico anche su discorsi in ambito sociale, si infastidisce per le voci squillante che gli urlano sempre “sei un fico” e mai “sei un grande artista” e lo fa capire con un aneddoto; Marco ci lascia inoltre nelle mani di preziosi interlude permeati anch’essi quando deve andare a cambiarsi, e questo aggiunge al tutto altra magia. Un plauso va infine alla band e ai coristi, artisti di altissimo livello che cooperano nel generare uno show epico.
In definitiva, ci sentiamo di consigliare a tutti lo spettacolo: ne vale davvero la pena.
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