Il 18 gennaio 1999 andava in onda Con la carta si può, prima puntata del celebre programma RAI dedicato all’infanzia Melevisione. Con le sue storie ricche di sani insegnamenti, le canzoni accattivanti e gli spazi dedicati alla manualità, Melevisione è stato di gran lunga il programma più amato dai bambini nati tra gli anni ’90 e i primi 2000.
Un contenitore di cartoni
Nato inizialmente come programma contenitore, Melevisione proponeva, a differenza della concorrente Mediaset, cartoni animati dedicati alle fasce d’età più giovani: ad esempio La Pimpa o Bob l’aggiustatutto. Altri cartoni provenivano dalle più disparate parti del mondo: è il caso di Storie della mia infanzia, serie che raccoglieva alcuni vecchi film d’animazione sovietici dedicati alle fiabe classiche.
Il Fantabosco
Ben presto, però, le avventure che avrebbero dovuto fungere da contorno presero il sopravvento sui cartoni. Ambientate nel Fantabosco, un bosco incantato governato dal saggio Re Quercia, le vicende vedevano coinvolti tutti i personaggi archetipici delle fiabe per l’infanzia: streghe, fate, orchi, gnomi, folletti, principi e principesse.
La formula vincente del programma vedeva il suo protagonista, il folletto Tonio Cartonio (interpretato da Danilo Bertazzi), rivolgersi direttamente al giovane spettatore nel corso della puntata. Guardando in camera, il folletto parlava all’amico di Città Laggiù, riassumendo gli avvenimenti della puntata e ripetendone la morale.
Nel 2004, Danilo Bertazzi venne sostituito da Lorenzo Branchetti, nel ruolo del folletto Milo Cotogno.
Storie e filastrocche
Melevisione ebbe il pregio di proporre, oltre che storie avvincenti e cartoni poco conosciuti, insegnamenti quasi mai scontati. Ciascun episodio era dedicato ad un tema nuovo e interessante. Una puntata, per esempio, era dedicata al gioco degli scacchi; altre trattavano argomenti piuttosto seri come l’alimentazione o il rapporto genitori-figli. Ciascun episodio era completato dall’immancabile filastrocca di Gnoma Linfa: brevi testi in rima, mai banali, scritti in gran parte da Bruno Tognolini.
Puntate speciali
Nel corso degli anni, Melevisione non ha temuto di affrontare anche argomenti delicati, tramite alcune puntate speciali realizzate con la collaborazione di un’equipe di psicologi. L’episodio I dolori di Nina, ad esempio, affronta il tema della separazione dei genitori. Il cappello dei figli amati, invece, racconta il disagio dei figli adottivi.
Ancor più “difficili” sono gli episodi La sposa di Grifo, dedicato al tema del lutto e della sua elaborazione, e Il segreto di Fata Lina, che affronta con estrema delicatezza il dramma dell’abuso sessuale ed invita il bambino che abbia subito una molestia a confidarsi con un adulto fidato.
Una generazione di nostalgici
Nel corso di 16 anni di programmazione, Melevisione dovette adattarsi via via ai tempi e subì parecchi cambiamenti. Anche gli attori che interpretavano i diversi personaggi vennero via via sostituiti da facce nuove.
Purtroppo, nel 2015, Rai decise di non produrre più nuovi episodi del programma, continuando però a proporre le repliche delle vecchie puntate nel week-end. Repliche seguite più spesso da adulti nostalgici che dai bambini, oggi non più particolarmente attratti da un programma come Melevisione.
Resta un prezioso tesoro nei cuori di coloro che oggi hanno dai 20 ai 30 anni e che hanno amato il programma da bambini. Bambini che, come recita una delle più celebri canzoni del Fantabosco, grazie anche a Melevisione <<forse son cresciuti meglio>>.