Malifesto: il “qui e ora” di Malika Ayane

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Malifesto: il qui e ora di Malika Ayane

Non solo musica. Malifesto, il 6° album di Malika Ayane, è una forma d’arte a tutto tondo. Intriso di calda melanconia, il disco è uno sguardo consapevole sul presente.

Malifesto: troppo sofisticato?

“Se Malifesto risulterà troppo sofisticato, pazienza”, dice Malika Ayane nel corso della conferenza stampa. Sorride e spiega: “Ciò che conta è essere autentici. È l’unica cosa che permette alle persone di superare lo scoglio del: non è il mio genere ma mi piace.” Il disco riprende lo spirito della musica francese contemporanea. Ed ecco spiegata l’atmosfera di calda e rassicurante melanconia che si riscontra durante l’ascolto. “È un disco non limitato ad un contesto. La voce è il centro intorno al quale abbiamo costruito i pezzi”. Brani, quelli contenuti in Malifesto, che affacciano sul presente, sul “qui e ora” che stiamo vivendo.

Malifesto: “Realizzarlo mi ha permesso di distendermi”

Ciò che rende Malifesto autentico sono gli stati d’animo che ogni pezzo racconta. “Realizzarlo mi ha permesso di distendermi e di liberarmi dall’incertezza”, dice Malika. “A volte mi sento fragilissima, ma ho una responsabilità verso mia figlia e chi mi sta intorno, e devo essere un esempio edificante”. Fragilità, quella di cui Malika parla, che divampa dai brani di Malifesto. Il desiderio di non soccombere alle incertezze, ribellarsi al presente, vivere il “qui e ora” con un sguardo proiettato verso un futuro più limpido: c’è tutto questo e anche di più nella musica di Malika.

“Non ho rimpianti, non servono a nulla”

La fragilità al servizio della musica. Malifesto è un ritrovo per anime malinconiche, consapevoli e speranzose. Ogni canzone racconta degli istanti, ed ogni istante racconta un’emozione. È la stessa Malika a dirlo. Ed ogni brano, verrebbe da aggiungere, è uno spiraglio aperto sul passato e sul presente di Malika. “La Malika di ieri è quella di oggi. Tutti noi abbiamo caratteristiche che restano intatte. Siamo un sacco di ‘Malike’ qui dentro”, dice ridendo, “e riusciamo tutte a convivere”.

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