“L’uomo Invisibile” era una delle uscite cinematografiche più attese del 2020, tuttavia la pandemia COVID-19 ne ha bloccato l’uscita in Europa dopo il grande successo avuto in USA, ed hanno obbligato la BlumHouse a distribuirlo direttamente sulla piattaforma streaming CHILI. Pur essendo tratto da un franchise cinematografico che esiste dagli anni ’30, il film è stato pubblicizzato fin da subito come qualcosa che non avrebbe avuto nulla a che fare con quello che abbiamo visto nelle precedenti versioni della storia per via di un’impostazione decisamente moderna e femminista. A promettercelo era stato direttamente il regista del film, Leigh Whannel, il quale ne ha anche curato la sceneggiatura insieme ad altre due persone. Il cast invece include: Elisabeth Moss, Storm Reid, Oliver Jackson-Cohen, Aldis Hodge ed altri interpreti. Ma qual è la tram dell’opera? Scopriamolo insieme.
TRAMA: Cecilia ha finalmente deciso di scappare da un compagno tanto ricco quanto violento, che con le sue angherie le stava ormai rendendo la vita impossibile. Ospitata da amici di sua sorella, la donna continua a vivere nel terrore finché non scopre che il suo aguzzino è morto suicida: un epilogo che comunque non la convince, giacché l’uomo era un maniaco del controllo anche verso se stesso. Immediamente dopo, alcuni eventi misteriosi iniziano a far sospettare a Cecilia che l’uomo abbia semplicemente trovato il modo per rendersi invisibile e continuare a tormentarla, e tutto ciò diventerà presto una realtà visibile soltanto ai suoi occhi.
Recensione de L’uomo Invisibile
Dopo aver visto quest’opera, il primo pensiero ch ho avuto è stato semplicemente questo: “che peccato non avere avuto modo di vedere un simile capolavoro al cinema”. “L’uomo Invisibile” è infatti un film molto pragmatico, un’opera che non si perde in troppi dialoghi ma che fa di un’azione rapida e asfissiante e di un’atmosfera sempre più tesa il fulcro del suo intrattenimento: la storia della protagonista, del resto, potrebbe essere quasi una comune storia di violenza domestica e di stalking se non fosse, per l’appunto, per quell’elemento ch fa scattare la componente “sovrannaturale” ma che viene comunque contestualizzato cosi bene nell’opera da rendere il tutto perfino relistico. Come tanti cattivi reali, il mostro del film è infatti un uomo bello, intelligene, ricco, un manipolatore che dall’esterno non sarebbe mai percepito come tale e che proprio per questo riesce bene nel suo intento. Altrettanto ben sviluppato è il personaggio di Cecilia, donna manipolata fino ad un certo punto ma che trova la forza di reagire al male che le viene fatto, anche quando non c’è più nessuno disposto ad aiutarla.
Attorno a loro ruotano tutte quelle figure e questioni che potrebbero risultare quasi un cliché sia in un horror che in un dramma legati a simili tematiche, eppure il tutto viene posto su schermo con una potenza tale da donare ad ogni personaggio un carisma unico, e da far evolvere la situazione verso un finale molto potente. Come se tutto ciò non bastasse, l’opera è perfetta anche dal punto di vista visivo e gioca con effetti speciali davvero imponenti: in definitiva ci troviamo davanti ad un film di altissima qualità che potrebbe meritare il titolo di miglior remake horror di tutti i tempi, per quanto definirlo remake non sia propriamente corretto. Detto ciò, mi auguro veramente che quando i cinema italiani riapriranno questa sarà una delle opere su cui essi punteranno, almeno per compensare alla grave ingiustizia che il film ha subito.
Di seguito il trailer.
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