Per essere una cantante russa, Lena Katina ha avuto una carriera abbastanza anomala in seguito allo scioglimento delle t.A.T.u, duo pop di cui faceva parte insieme a Julia Volkova. L’artista ha infatti pubblicato musica prevalentemente in inglese, facendo confluire alla fine quasi tutto nell’album “This Is Who I Am”, e si è poi dedicata perfino ad una versione in spagnolo di tale album: il suo obiettivo era chiaramente quello di rimanere a galla nell’universo mainstream internazionale, una sfida purtroppo difficile per una cantante che non proviene da uno dei mercati principali.
Attualmente, le mire di Lena sono cambiate, e così la star ha deciso di dedicarsi alla musica in russo per tenersi stretta la popolarità in patria: da questo lavoro è venuto fuori il suo nuovo album “Mono”, disco di 8 tracce pubblicato questo venerdì negli stores digitali di tutto il mondo.
Con ben 6 canzoni edite prima della pubblicazione dell’intero disco, con questo lavoro Lena dà in realtà ben poco materiale inedito ai suoi fan, ma ciononostante compie un passo importante per la sua carriera: la pubblicazione di un album in russo è un biglietto da visita essenziale per poter eseguire concerti ed esibizioni di vario tipo in patria, ed era quindi una tappa quasi obbligatoria per lei.
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Ciò non significa, tuttavia, che Lena Katina abbia creato un progetto tanto per senza metterci del proprio dentro: i brani infatti trasudano un’impronta artistica precisa, tradiscono una scelta precisa circa il sound da portare avanti in quest’era e lasciano assaporare in tutta la sua bellezza il timbro vocale dell’artista. Le produzioni sono molto ben fatte ed includono elementi elettronici che si rifanno alla musica anni 2000 e strizzano gli occhi agli anni 80: il risultato sono basi corpose, ricche di suoni, spesso energiche e ballabili. Su queste basi la popstar costruisce interpretazioni assolutamente perfette per i brani in questione, in grado di sottolineare la bellezza dei suoi bassi e di trasmettere un’emozione anche a chi non capisce assolutamente nulla di russo.
Uno dei momenti migliori è rappresentato dalla quarta traccia “Куришь”, brano in cui l’artista riesce a mostrare più lati del suo strumento vocale e ad offrire un’esecuzione molto coinvolgente dal punto di vista emotivo nonostante il pezzo sia una trascinante up tempo. Molto efficace anche il primo singolo “Mono”, brano che oltre a dare il titolo all’album ne ha costituito il trampolino di lancio. In generale, comunque, nessuna traccia inclusa nel progetto è debole: l’ascolto prosegue dunque fluido senza mai annoiare per l’intera durata del disco, donando all’ascoltatore una piacevole mezz’ora.
Nel frattempo, durante una delle interviste concesse per la promozione di “Mono”, Lena Katina ha dichiarato che non intende partecipare in futuro all’Eurovision Song Contest (kermesse a cui prese parte insieme a Julia Volkova ai tempi delle t.A.T.u.) in quanto non ne vede un’utilità per artisti già famosi: un peccato, considerando che lo stile verso cui si sta dirigendo sarebbe perfetto per tale contesto. Vedremo dunque come andranno le cose a Lena nei prossimi anni, se deciderà di diventare una star nazionale a tutti gli effetti o se proverà ancora ad ottenere rilevanza fuori dalla Russia.