La voce di Nerina Pallot incanta Milano allo show di Brunori Sas

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Il 19 febbraio 2018, al Teatro degli Arcimboldi, si è esibito Brunori Sas nel suo personalissimo show Brunori a Teatro – Canzoni e Monologhi sull’Incertezza, che, come si può intuire dal titolo, è uno spettacolo del bravissimo artista calabrese Dario Brunori, che vede l’alternarsi di canzoni -le sue, tutte molto belle- e geniali e comici monologhi sull’incertezza, appunto. Ma prima dei raffinati e riuscitissimi monologhi di Brunori, capaci di offrire acute riflessioni e amare consapevolezze, non senza riferimenti alla filosofia, alla letteratura, alla politica e alla musica d’autore, ad aprire le danze sul palco e a scaldare per bene il pubblico ci ha pensato la bella e brava Nerina Pallot, una cantautrice britannica, nata a Londra nell’aprile 1974. La timidissima cantante, che si presenta subito con un innocente “Ciao, come va? I’m english, non parlo italiano”, prova a dire qualche frase in italiano, salvo poi rifugiarsi nella sua lingua una volta esaurite le parole, ma soprattutto nella musica, nella quale dimostra subito di essere forte cantando il primo brano, la sua The Heart is a Lonely Hunter. 

Canta le sue canzoni sul palco con chitarra e voce, un modo tanto semplice quanto efficace per far conoscere a tutti la sua voce, genuina, chiara e pulitissima, anche nei falsetto. Solo la sua voce, la sua chitarra e quella di un suo amico musicista, che Nerina, presentandolo, dice sia Irish, irlandese, che la accompagna con la musica e, in certi spezzoni dei suoi brani, anche con la seconda voce. Niente base sotto o altri strumenti, in modo da far restare la sua musica nella sua pura essenza. Finito il brano, la cantante precisa, in italiano, “Questa canzone parla di tristezza“, facendo sorridere il pubblico.

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Prosegue poi la sua scaletta eseguendo una cover, molto ben riuscita, di una bellissima canzone, Don’t Dream It’s Over, che dice di amare molto e di averla scelta per questo. Finita l’esecuzione della cover, torna a cimentarsi nella nostra lingua dicendo: “non parlo italiano, ma tenterò di dire alcune parole in italiano con l’aiuto di Google Translate“, tenendo in mano un cellulare e tornando a far sorridere il pubblico dell’Arcimboldi. Prosegue ammettendo di essere intimidita da Milano, perchè è così sofisticata e alla moda, aggiungendo “English are not sofisticated!“; che gli italiani sono davvero cool, che gli inglesi non sanno parlare bene le altre lingue (d’altronde perchè dovrebbero?), concludendo poi scusandosi, ironicamente, di essere inglese e che ama l’Italia. Di solito questa è una frase di circostanza, ma Nerina è sembrata sincera. Dopo di che fa immergere di nuovo il pubblico nella sua musica cantando un altro suo brano, Sophia, una bellissima ballad che permette alla cantante di mettere ancora più in risalto le sue non indifferenti abilità canore. Intonazione quasi perfetta e cuore, le note distintive di questa artista.

Si avvia alla conclusione sottolineando di essere molto onorata di potersi esibire a Milano, in quel teatro, di voler tornare presto e più spesso in questa città e di essere felice di aver avuto la possibilità di aprire il concerto di Brunori Sas, che la stessa definisce amazing, presentando quindi la sua ultima canzone di serata, Bring Him Fire, uscita da pochissimo e da solo due settimane in rotazione nelle radio italiane. La canzone, nella sua versione originale, è un esemplare performance di gruppo per tecnica vocale e grooves musicali, facilmente trovabile sul web, ma Nerina la esegue, al solito, per farcela gustare a pieno, chitarra e voce.

Bring Him Fire fa parte del suo ultimo album, uscito pochi mesi fa, ad ottobre 2017, chiamato Stay Lucky, scritto e prodotto dalla stessa Nerina Pallot e registrato in un brevissimo arco di tempo, solo due week-end, negli RAK Studios di Londra. Nonostante la sorprendente velocità di esecuzione e registrazione del disco, la qualità non è stata intaccata ed è stato curato con passione, la stessa che Nerina trasuda quando si esibisce sul palco. In questo disco Nerina dimostra di essere anche una sapiente polistrumentista, cimentandosi nel pianoforte, chitarra, percussioni e perfino nel sintetizzatore analogico, il tutto con l’accompagnamento armonioso di altri musicisti. Siamo sicuri che Nerina Pallot meriti più popolarità e successo, in Italia ma anche nella sua Inghilterra.

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