“La Terza Classe” fa ritorno a Napoli per la sua ultima tappa del tour in compagnia di Joe Bastianich.
“La Terza Classe”: quando nasce la band?
La band nasce a Napoli, nell’ottobre del 2012, e si fa le ossa in strada. Enrico Catanzariti, Rolando Maraviglia, Alfredo D’Ecclesiis e Pierpaolo Provenzano si ispirano al bluegrass del Kentucky e spaziano tra i generi. Dall’early jazz degli Stati del Sud, sino al folk irlandese, la band compone inediti e nel 2014 si autoproduce: l’EP d’esordio si intitola “Ready to Sail”. Nel maggio 2016 esce il secondo EP, “Folkshake”, contenente 8 brani tra cui l’inedito “Paulina”. La band viaggia per il mondo, portando in giro la propria musica e quella della tradizione folk statunitense ed europea. Nel 2021, dopo svariate tournée, nasce un progetto musicale che vede l’inedita presenza di Joe Bastianich, grande appassionato di bluegrass, country e folk.
“La Terza Classe”: la tournée con Joe Bastianich
La tournée de “La Terza Classe”, che ha visto la band spostarsi in tutta Italia insieme a Joe Bastianich, si è conclusa ieri. La location prescelta è stata quella del Nabilah, noto locale di Bacoli, in provincia di Napoli. Il mare e la spiaggia hanno fatto da suggestiva cornice a questo affresco a stelle e strisce che Joe e i ragazzi hanno egregiamente dipinto. La “Wagon Wheel” di Darius Rucker ha aperto la scaletta della serata, e così i ragazzi hanno messo in chiaro le cose. La voce di Joe Bastianich, morbida come seta e perfetta per il brano, ha piacevolmente sorpreso i presenti. La band si è stretta intorno alla propria guest-star, avvolgendola con le melodie e i ritmi che il country ha contribuito a plasmare. La tradizione americana e quella irlandese si sono scambiate di posto, creando una miscela esplosiva e coinvolgente che ha fatto ballare ragazzi e ragazze riuniti a pochi passi dal palco. Poi il blues è emerso con prepotenza e, sul finire, il rock ha chiuso i giochi.
Non solo bluegrass e country
Nel repertorio che “La Terza Classe” ha sfoggiato ieri non c’erano solo il bluegrass e la musica country. Tra le molteplici influenze che la band ha portato in dote, s’avvertiva forte la presenza del gospel, di un pizzico di rock e del blues. E a proposito di blues, la “Got My Mojo Workin’” di Muddy Waters è stato uno dei brani più energici e coinvolgenti dell’intera serata. Alfredo D’Ecclesiis, armonicista e voce, ha sfidato le leggi di Madre Natura e dato prova di possedere polmoni d’acciaio. La sua voce da bluesman, ruvida e grintosa, ha riempito l’esibizione, e la sua armonica pareva indiavolata al momento dell’assolo. La band ha poi concluso lo spettacolo con una tiratissima “Purple Rain”. A quest’ultima esibizione ha preso parte anche la chitarra di Edo Ferragamo, che aveva tra l’altro aperto il concerto. Il suo assolo ha di fatto chiuso la serata e questo viaggio tra le radici della musica americana.