Un ragazzino di dodici anni che racchiude in sé un potere oltre ogni immaginazione. Un mondo diviso e perennemente in guerra, che confida in lui per poter tornare in pace. È, in breve, la trama di Avatar – La leggenda di Aang, l’Ultimo Dominatore dell’Aria.
Di cosa parla La leggenda di Aang?
La leggenda vuole che il nuovo Avatar non scopra la sua vera identità prima di compiere sedici anni. Ma la situazione è complessa e delicata, e i monaci con cui il ragazzino Aang vive temono che esploda da un momento all’altro. Così decidono di parlargli quattro anni prima del previsto, mettendolo di colpo davanti ad enormi responsabilità: riportare l’equilibrio fra le quattro Nazioni del Mondo, che corrispondono ad altrettanti elementi naturali. Aang è un Dominatore dell’Aria, ma è ancora pur sempre un bambino, e le rivelazioni lo sconvolgono. Per questo decide di fuggire, ma lui e il suo bisonte volante, Appa, vengono travolti da una terribile tempesta. Per proteggere entrambi il ragazzo combina il dominio dell’Acqua e quello dell’Aria, e i due rimangono così ibernati in un blocco di ghiaccio. Al di fuori di questo, trascorre un secolo, ed è allora che entrano in scena Katara e Sokka, che lo trovano e lo liberano.
Mia and Me una fatina tra fantasia e realtà
Un Avatar ancora immaturo
Nonostante abbia a quel punto più di 112 anni, Aang ha ancora l’aspetto di un dodicenne. La guerra si è scatenata poco dopo la sua fuga ad opera del Signore del Fuoco, tanto tempo prima, ed è andata avanti seminando terrore e distruzione. I fratelli Katara e Sokka, lei una Dominatrice dell’Acqua e lui un guerriero, decidono di accompagnarlo nel suo viaggio. Aang dovrà padroneggiare tutti gli altri domini, per poter utilizzare appieno i poteri sconfinati che gli derivano dall’essere Avatar. Al terzetto si unisce poi Toph, cieca, potentissima Dominatrice della Terra.
Un universo immaginifico
I produttori della serie, Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko, si sono ispirati agli anime giapponesi e ai film di Hayao Miyazaki. Si sono inoltre rifatti a diversi aspetti della cultura orientale, quali diversi tipi di arti marziali, lo yoga, e diverse religioni, il taoismo, il buddismo e l’induismo. Anche i diversi popoli che compaiono nella serie si ispirano a comunità realmente esistenti: pensiamo ai Guerrieri del Sole, che riportano a civiltà come Maya, Aztechi e Inca. Oppure alla Tribù dell’Acqua, di cui fanno parte Katara e Sokka, che richiama al popolo degli Inuit.
Un libro per ogni dominio
La serie si compone di tre stagioni, chiamate Libri, e ognuna porta il nome del dominio che Aang dovrà imparare ad utilizzare: il primo è Acqua, con 20 episodi. Il secondo Terra, pure di 20 (e qui compare il personaggio di Toph). Il terzo infine Fuoco, della durata di 21 episodi. La prima messa in onda negli Stati Uniti è del 2005 su Nickelodeon, in febbraio, mentre è arrivata nel nostro Paese qualche mese dopo, a dicembre. Nel doppiaggio originale spiccano alcuni nomi di prestigio, come Mae Whitman, che presta la sua voce a Katara. Ma anche Dante Basco (il principe Zuko, della Nazione del Fuoco), che abbiamo conosciuto in Hook – Capitan Uncino nel ruolo di Rufio. E Mark Hamill, il Luke Skywalker di Star Wars, che dà voce al padre di Zuko, Ozai.
La leggenda di Korra
La serie di Avatar non si è però conclusa con le avventure di Aang. Il ruolo dell’Avatar è destinato a reincarnarsi in cicli regolari, e così accade al nuovo prescelto, che in questo caso è una fanciulla, Korra. Aang è ormai venuto a mancare e la giovane si sta addestrando ai vari domini sotto la guida di Tenzin, che altri non è che il figlio di Aang, appunto, avuto con Katara. Questa avventura si compone invece di quattro Libri: Aria, Spiriti, Cambiamento ed Equilibrio, tutte fra i 12 e i 14 episodi. Negli Stati Uniti è andata in onda per la prima volta nel 2012, in aprile, e in Italia a dicembre, sempre del 2012.
La leggenda di Aang: temi importanti
Sia il pubblico statunitense che quello italiano hanno ben accolto entrambe le produzioni, anche grazie al modo in cui hanno affrontato temi importanti. Non solo la vita e la morte o l’insensatezza della guerra: l’amore, l’amicizia, la filosofia di vita, la diversità che diventa una ricchezza e insieme l’accettazione di sé stessi e del proprio destino (o la non accettazione). Nel corso della prima storia Aang si interroga sul suo compito e ne è spaventato, lo rifugge, tanto da nascondere, in un primo momento, a Sokka e Katara la sua natura di Avatar. Gradualmente prende coscienza di ciò che gli viene richiesto e impara ad accettare i suoi obblighi, ma senza rinunciare a ciò che per lui conta davvero. E così Korra, sua erede, nel corso della sua storia non smette mai di imparare e migliorarsi, pur accettando i suoi limiti e le sue mancanze.