Se siete stati adolescenti alla fine degli anni Ottanta, ricorderete le fiction televisive che avevano come protagonista una ragazza di nome Licia, interpretata da Cristina D’Avena. Oggi però parleremo del manga che le ha ispirate, Kiss me Licia.
Di cosa parla Kiss me Licia?
Il manga originale nacque nel 1982 e il suo titolo originale era Ai shite Naito, letteralmente Amami cavaliere. Manga shōjo per eccellenza, la sua ideatrice è Kaoru Tada, e tratta di una giovane che vive col padre, eccellente cuoco e proprietario di un ristorante, ma si ritrova ad incontrare una giovane star della musica. Ricordate di certo tutti l’incipit della sigla italiana, “Un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso”, vero? Ebbene, il piccolo Andrea altri non è che il fratello minore di Mirko, la star della musica di cui sopra. Così comincia la storia, ma molto meno lineare di quanto potrebbe sembrare.
Georgie dagli anni Ottanta il manga diventato cult
Attenzione alle macchine e ai giovanotti
Licia è senza dubbio quel che si dice una brava ragazza. Lavora sodo per aiutare il padre, e la sera frequenta gli studi serali per rimanere in pari con la scuola. Il padre, che in Italia abbiamo chiamato Marrabbio (abbastanza in linea con il personaggio, occorre dirlo) le vuole molto bene ma è anche molto preoccupato che lei un giorno si sposi e lo lasci solo. Le ragioni della sua iniziale ostilità per Mirko nascono da qui, ma sono dovute anche ai suoi pregiudizi, sia per l’aspetto rock del giovane che per la musica che la sua band suona. Naturalmente, dopo diverse traversie anche Marrabbio dovrà arrendersi e sacrificare la sua gelosia paterna per la felicità della figlia, dando ai due il permesso di sposarsi.
Gelosie fra compagni
Abbiamo detto che Mirko è un cantante rock. In realtà è il vocalist di una band, i Bee Hive, di cui fa parte anche Satomi (lo ricorderete, era il tastierista con i lunghi capelli viola). Satomi conosceva già Licia, e aveva un interesse romantico nei suoi confronti. Per questa ragione, inizialmente Mirko gli tiene nascosta la frequentazione con lei, ma una volta scoperti il tastierista decide di abbandonare la band, furioso con l’amico. Fortunatamente i due fanno presto pace, e Satomi ritrova una stabilità sentimentale accanto alla bella Marika.
Nemo propheta in patria
Questo antico modo di dire si adatta particolarmente bene a Kiss me Licia. In Giappone infatti il manga non ebbe molto successo, mentre in Italia ebbe un vero e proprio exploit, tanto da ispirare quelli che oggi chiamiamo live action. Ne contiamo quattro, tutti con Cristina D’Avena nel ruolo di Licia, ma nelle serie compariva anche Marco Bellavia (che interpretava Steve, il bassista della band) e altri volti che sarebbero in seguito diventati noti al pubblico infantile e non. Due di questi erano senza dubbio Debora Magnaghi ed Emanuela Pacotto, entrambe affermate doppiatrici, e quest’ultima dava il volto a Marika. Vi stupirà, sapendo questo, che nella fiction la Pacotto venisse doppiata da un’altra doppiatrice, perché parlava troppo in fretta. Ma considerando la carriera successiva, forse non era poi questo un gran difetto.
Kiss me Licia: il successo dei Bee Hive
Sappiamo benissimo che nella realtà la band di Mirko e Satomi non esiste. Esistono però le loro canzoni, tradotte anche in italiano nei live action, il che in un certo senso li ha resi un gruppo reale. Per questa ragione all’epoca uscirono ben otto dischi contenenti le canzoni del gruppo, interpretate da Vincenzo Draghi, che già nella serie animata doppiava Mirko nel cantato. Nel 2008 ci fu poi una reunion della band, ma senza il personaggio di Steve (cioè senza Marco Bellavia). Per quanto le fiction di Licia siano oggi considerate quasi trash, non si può negare che sia nel tempo diventato un piccolo cult degli anni Ottanta.