Kevin Arduini

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Intervista al danzatore Kevin Arduini, a cura di Elettra Cecilia

Quali maestri hanno segnato di piu’ la tua formazione come danzatore?

Durante il mio percorso di danzatore ho avuto  la fortuna di studiare con molti maestri italiani e stranieri, ognuno di loro mi ha dato davvero tanto,  dagli insegnamenti tecnico/pedagogici ai dettagli artistici. Sono davvero tanti, ricordo con piacere i miei insegnanti all’Accademia Nazionale Danza di Roma, come il grande Zarko Prebil, Valeria Diana e Dora De Panfilis; e ancora Roberto Prete “Liceo Professionale danza” a cui devo molto, Tatiana Rossi, Lienz Chang maitre del Teatro San Carlo di Napoli, Gianni Santucci,  coreografo internazionale con cui ho lavorato nel film produzione americana “Gore”, Alexandre Stepkine,Fredy Franzutti, Roberta Fontana e  le mie prime grandi insegnanti che hanno fatto si che io muovessi i primi passi di danza: Elisabetta Grossi e Susanna Serafini.

Cos’e’ la danza per te?
Penso sempre che la danza mi abbia salvato, lo ha fatto perché oltre al sacrificio e la vita del danzatore che non è per niente facile, si cela un mondo bellissimo, anche nei momenti di incertezza (momenti in cui é stato fondamentale il supporto della mia famiglia) e non ho mai smesso veramente di crederci e di studiare.

Quando poi ho potuto fare esperienze di spessore, allora  in quell’istante mi sono reso conto di quanto potessi essere fortunato,  dal momento in cui potevo esprimermi attraverso qualcosa che era particolarmente affine al mio modo di essere. La danza è  il senso di tutto ciò che risiede in me.

Quali sono le tue attività come ballerino e anche quelle come docente di danza?

In questo momento danzo con la Compagnia Astra Roma Ballet, diretta da Diana Ferrara,etoile del Teatro dell’Opera di Roma. Sono impegnato nella produzione”Sulle punte e no” che comprende raffinati balletti di stile neoclassico curati dalla stessa Diana Ferrara e “Start” coreografia di danza contemporanea ideata dal coreografo Paolo Arcangeli. Partiremo anche con un’altra produzione “Il Flauto Magico “ di Mozart, che mi vedrà protagonista nel panni del principe Tamino e gireremo  l’Europa e il mondo in una bella tourneè che ci vedrà in scena anche in importanti festival internazionali e Teatri D’opera.
Come docente, essendo giovane, ho molto da imparare, però ho una particolare passione per la coreografia; quando ho tempo mi piace dare lezioni a ragazzi e montare coreografie, per esprimere  la mia fantasia.


Parlami della tua collaborazione al saggio di danza per  Formazione Danza di Jolanda Rocchi, di Frosinone.
Sono molto entusiasta di collaborare con la scuola professionale”Formazione danza di Iolanda Rocchi”, perché anche grazie a lei che mi ha dato la possibilità di lavorare con le sue allieve ho potuto approfondire e scoprire ancora di più la mia passione per la coreografia. Questo è il secondo anno che collaboro come coreografo in uno spettacolo che raggiunge sempre un’incredibile numero di spettatori. “Lochness” è un po’ un inno alla libertà perché nei profondi e impenetrabili abissi di ognuno di noi dorme un “mostro” con cui facciamo fatica a convivere, quando siamo più fragili si sveglia e ci colpisce, cogliendoci impreparati.  Dobbiamo prendere forza, nuotare verso la più profonda primordialità di noi stessi, scovare questa creatura  e farla emergere, ora possiamo guardarla negli occhi, siamo faccia a faccia con essa e forse è anche meno minacciosa di quanto potessimo immaginare. Sicuramente ci fa più paura lo spazio che dobbiamo percorrere dalla superficie a quelle profondità di noi, che il “mostro” stesso,  ma poi è importante  l’emersione e il nuotare finalmente  verso la nostra vera libertà.

Ogni cosa si muove con fluidità come se i ballerini fossero immersi sott’acqua, dando vita ad una tipica flora e fauna lacustre dalle sfumature un pó surreali. Ci sono accenni di floorwork, come se prendendo energia dal suolo queste creature si svegliassero fluttuando verso la superficie. C’è un intreccio di varie dinamiche che si intersecano tra loro, scambi di energia continui che si mantengono  lenti e flessuosi fino a che non c’è la vera e propria uscita della maestosa creatura Nessie dalle acque che verrà interpretata da due ballerine.

Vi aspettiamo il 28 giugno 2018,  alle ore 21.00, Teatro Nestor di Frosinone !!!

 

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