Cantautore dalla fine sensibilità autorale, Io Sono Corallo è capace di trasporre in musica storie nella quali ognuno di noi può immedesimarsi.
Un incontro fondamentale per la tua carriera è quello con Loretta Martinez. Raccontami com’è andata.
“Grazie a lei, che è insegnante di canto come me, ho capito tante cose che mi sono state utili in seguito con i miei alunni. Ho capito anche che dovevo cominciare a scrivere e, quando poi ho iniziato, non mi sono più fermato”.
Il fatto che tu sia insegnante di canto pop presso l’Accademia della Musica di Bari fa di te uno dei pochi fortunati che vive la propria passione a 360°.
“Una cosa che per molti non è facilissima. Ho anche avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada persone che mi hanno permesso di poterlo fare. Oltre all’attività di insegnante e il progetto ‘Io Sono Corallo’, suono anche in giro con diverse band. Insomma, vivo di musica. Fortunatamente, aggiungo”.
Tra le tue esperienze formative ce n’è una alla West London University di Londra, dalla quale esci laureato.
“Questa esperienza, che ho intrapreso grazie all’aiuto di Loretta Martinez, mi ha permesso di prendere un diploma in didattica del canto e di fare un percorso di studi che qui in Italia non c’è. Ne sono uscito con una prospettiva diversa. E ho capito, tra le altre cose, che c’è una tecnica specifica da attuare nell’insegnamento”.
E veniamo quindi al progetto Io Sono Corallo, che sancisce il tuo esordio autorale. Come nasce tutto l’ambaradan?
“Il progetto nasce circa un anno fa, quando incontro Cristiana d’Auria, con la quale scrivo i miei brani, e il producer Francesco Cianciola. Entrambi mi hanno aiutato a trovare un giusto compromesso tra la mia visione della musica e quello che la musica è ora”.
Ed è da questo incontro fortunato che nasce il primo singolo, Corallo, brano con un testo intenso che racconta la storia di un padre che non accetta le scelte del figlio. Quanto di autobiografico c’è in questa canzone?
“Questo brano parla di me, anche se non in maniera così specifica. Essendo il primo progetto avevo bisogno di presentarmi e volevo che il pubblico mi conoscesse per come sono realmente. E quale modo migliore se non mettere in luce uno degli aspetti più intimi, come il rapporto tra una persona e i suoi familiari? Ecco, in questo brano parlo di un genitore che immagina una carriera e un certo stile di vita per il proprio figlio. Una visione, quella del genitore, che non si realizzerà. La vita porta il giovane a prendere decisioni diverse. Il messaggio contenuto in questo brano è che bisogna essere se stessi nonostante quello che la tua famiglia vuole. Una cose che io ho fatto. Perciò, ecco, da questo punto di vista il progetto ‘Io Sono Corallo’ rappresenta per me una sorta di rinascita”.
Una rinascita che ha come emblema il corallo. Perché questa scelta?
“In realtà l’idea non è tutta mia. La mia social media manager mi disse una volta che io sono un po’ come i coralli, che stanno nelle profondità del mare, quasi nascosti ma subito riconoscibili per via del colore brillante. E lei mi fece notare che io sono un po’ come un corallo: brillo quando salgo sul palco. E questo nonostante la mia personalità schiva e riservata. Tutte le cose che ho dentro vengono a galla quando mi trovo sul palco”.
Il tuo ultimo singolo, Minh Thai, è la storia di una serata ordinaria in discoteca dalla quale tu abilmente estrapoli uno spunto di riflessione.
“Con questo singolo volevamo distaccarci da ‘Corallo’ e creare un brano più leggero. Che poi non è leggero, perché parla sì di quelle serate alcoliche nelle quali si alza il gomito, ma c’è una tematica nascosta che viene fuori durante l’ascolto. Molto spesso non riusciamo a essere noi stessi e ricorriamo a determinati mezzi per uscire allo scoperto. Questo ci porta a sbagliare e, una volta commessi certi errori, porvi rimedio diventa difficile. Ecco, questo brano parla di quanto sia importante essere sempre se stessi”.
Nel video compare un cubo di Rubik, rompicapo per eccellenza, che qualcuno ha risolto. Questo mi fa pensare che il protagonista della tua storia abbia risolto i propri dubbi o, perlomeno, abbia la soluzione ai dilemmi che lo affliggono.
“In realtà si tratta di una sorta di augurio. Personalmente ho risolto alcuni miei problemi, ma ce ne sono altri che, o non risolverò mai, o risolverò in un futuro distante. L’augurio è rivolto quindi a me, ma anche a chi ascolta il brano. Bisogna risolvere i problemi che ci affliggono”.
Dopo Minh Thai cosa ci aspetta?
“Ci sono all’orizzonte dei brani (anche se a me piace chiamarle storie) che vedranno la luce a breve. Il 6 maggio uscirà un singolo intitolato ‘Narciso’, che non ti dico di cosa parla ma, visto il titolo, puoi immaginare da te. Ti anticipo che non c’entra nulla con il fiore. Per quanto riguarda le storie, sono vicende scritte a due mani, di modo da offrire a chi ascolta due prospettive diverse, esterna e interna al brano. Vorrei che l’ascoltatore si immedesimasse in ognuna di esse”.