I Måneskin vincono il 71° Festival di Sanremo

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I Måneskin vincono il Festival di Sanremo

Che il glam rock potesse trionfare all’Ariston era qualcosa che molti si auguravano. Che il desiderio diventasse realtà… quella è un’altra faccenda. I Måneskin vincono sbriciolando ogni primato.

I Måneskin vincono con merito?

Al di là dei gusti personali in fatto di musica, risulta difficile mettere in dubbio il merito di questi giovanissimi artisti. Devoti al rock e al suo spirito indomito, i Måneskin hanno avuto il merito di non snaturare mai la propria essenza, neanche in vista di un evento tanto ridondante come il Festival di Sanremo. È forse questa una delle ragioni che hanno spinto il pubblico a tifare per loro. Zitti e buoni era la canzone meno “sanremese” in gara. Più adatta ai palazzetti, ai club come il Roxy ed agli stadi, dove i fan in piedi possono saltellare ed agitare i pugni in aria. Nonostante ciò, ha fatto breccia nel cuore di molti.

Il percorso dei Måneskin al Festival

Lineare come il rock che propongono, il percorso dei Måneskin è stato una highway tesa verso l’alba. Un nuovo giorno per la musica italiana, che accoglie tra le braccia il rock di questi quattro ventenni. Ogni esibizione è stata una vera e propria botta d’energia. I Måneskin tengono il palco come farebbe una band esperta. Si muovono molto, cercano il favore delle telecamere e interagiscono tra loro, come nell’ultima esibizione prima dell’annuncio di Amadeus. Mentre suonano ed il pezzo si avvia alla conclusione, Damiano si avvicina a Thomas e lo solleva sulle spalle. Thomas continua a suonare ed i più attenti appassionati di rock avranno avuto un déjà vu.

“Dedichiamo la vittoria a quel prof. che ci diceva di stare zitti e buoni”

Durante uno dei tanti backstage di ieri sera, ripresi e poi postati dal gruppo sul web, Damiano diceva: “Votateci, aiutateci a cambiare questo paese”. Al momento dell’annuncio, i volti dei quattro ragazzi sono tesi. E quando Amadeus recita la formula di rito e infine urla: “I Måneskin!”, la tensione si scioglie. L’emozione è tangibile sul volto di Damiano mentre abbraccia il resto del gruppo. L’ultima esibizione, con cui salutano il palco dell’Ariston, è come la fuga di un animale rimasto a lungo in gabbia. Se nella precedente performance Damiano aveva preso sulle spalle Thomas, allo stesso modo in cui Bon Scott e Brian Johnson facevano con Angus Young, ora è Victoria a liberare la tensione. Prima si stende a terra e comincia a girare su se stessa, poi si libera del basso e lo lascia cadere a terra quando la canzone termina. Il basso lancia un cupo ululato. È il rock nella sua forma più primitiva.

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