I colori dell’arte registica di Enrico Maria Carraro Moda

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Ironico, umile e consapevole; così possiamo definire Enrico Maria Carraro moda.

Un giovane uomo di 33 anni che predilige la regia alla figura attoriale, che preferisce trovarsi di fronte a qualcosa che lui stesso ha fatto nascere per rendersi conto di quanto questo sia funzionale.

Enrico ha iniziato a respirare l’odore del palcoscenico da piccolissimo, all’età di sette anni, guidato della madre, attrice amatoriale. Lentamente questo consiglio si è trasformato in una vera e propria passione, sfociando in un istintivo amore per la regia, per poi diventare un lavoro.

I primi approcci con il mondo dell’arte teatrale sono nati a Civitavecchia (Roma), dove ha deciso di fondare un’associazione culturale composta da ragazzi definiti da lui stesso molto capaci, nonostante non fossero professionisti. Parallelamente a questo percorso Enrico segue la facoltà universitaria DAMS, che gli regala un altro punto di vista utile per i suoi futuri lavori artistici.

Da Civitavecchia alla realtà romana

Cosciente delle grandi opportunità che una città come Roma poteva offrire ad un aspirante regista, decide di trasferirsi nella capitale per studiare e seguire da vicino il mondo teatrale. Lentamente ma con grande tenacia, Enrico, si fa strada tra diversi talenti cercando di affermarsi e lasciare qualcosa di autentico, tentando di “portare in scena una sorta di piccolo quadro che poi rimane negli occhi”.

Enrico Maria Cararro Moda durante la scena dello spettacolo “Pasolini/Caselli 66” da lui diretto ed interpretato

Di estrema difficoltà e profondità, l’artista cita il suo spettacolo “UOMO MANGIA UOMO”, estratto da “Febbre” di Sara Kane, che vedeva in scena quattro personaggi di cui lui ama evidenziare la notevole empatia e sincronia, ed esaltare la presenza di Domenico Bisazza, un giovanissimo talento venuto a mancare all’età di 29 anni che lo stesso regista ricorda con grande affetto.

Io, me ed il pubblico

Timido ed impacciato” questi gli aggettivi usati da Enrico che, nonostante questa descrizione, non perde la sua fermezza sull’affermare il motivo per cui definisce la regia la sua “postazione preferita“. Un uomo con i piedi per terra che tiene al suo pubblico tanto da voler essere sicuro che dopo la chiusura del sipario non ci siano frasi lasciate sospese, ma che arrivino vivide come colori su una tela bianca.

Enrico Maria Carraro Moda

Un amante della solitudine che tenta di scoprire sé stesso di volta in volta, che si ascolta con sincerità, mosso da una propensione naturale per l’altro lato della teatralità, quella che segue la pancia ma anche le dinamiche della testa per prefissarsi un obiettivo preciso.

Con il suo “PASOLINI/CASELLI 66”, andato in scena da poco al Teatro Trastevere, Enrico Maria Carrara Moda ha diretto ed interpretato uno spettacolo in grado di parlare alla società, per la società, ironizzando su quanto per lui sia opportuno interpretare solo i propri spettacoli, lasciando spazio ad altri attori “che lo sappiano fare”.

Ora non dobbiamo far altro che aspettare il suo prossimo lavoro per lasciarci coinvolgere dalla messa in scena un altro suo quadro da palcoscenico.

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