Henry Winkler: riflette su quest’anno di blocco

Ho fatto Barry all’età di 72 anni e mi è piaciuto tantissimo farlo. Stavamo leggendo una tabella questa volta lo scorso marzo – in procinto di iniziare le riprese della terza stagione – e il giorno dopo hanno detto: “Restate a casa”. Per prima cosa, ho sentito che avremmo ricominciato a luglio, poi a ottobre. Avrei avuto paura perché sono centinaia di persone che devi tenere al sicuro e in salute. Henry Winkler si apre a hollywood reporter. Ecco alcuni stralci dell’intervista.

Come è cambiata la vita a casa Winkler?

All’inizio avevamo 13 membri della famiglia Winkler – io e mia moglie, i nostri figli, i nostri nipoti – a casa, fuori, e poi ha iniziato a diminuire. L’eccezione erano i nipoti, che avevano lezioni sul nostro prato in diversi giorni della settimana. Ascoltare le urla, le corse, gli strilli e il mangiare patatine era così appagante. Quei rumori erano un vero toccasana.

La sorpresa

“Ad un certo punto [il regista televisivo] Stephanie Laing mi ha chiamato: “Ho questa idea di fare un film COVID”. Ho detto: “Beh, non ho idea di cosa stai parlando. Ci sto”. Sono Margo Martindale, Ann Dowd, Judy Greer e questi meravigliosi giovani attori, e ci hanno mandato un laptop, un supporto, una luce, un microfono, alcuni iPhone e chilometri di filo. All’improvviso, sono il cameraman, truccatore e costumista. Il film si chiama Shoot the Rooster. Non ho idea di come sia, tutto quello che so è che Margo Martindale è uno dei grandi partner di scena, e non siamo mai stati nella stessa stanza”.

Henry Winkler-era pesante e spaventoso

“Quindi, stavo andando davvero bene fino a ottobre. Stavo scrivendo il trentaseiesimo romanzo [per bambini] che Lin Oliver e io abbiamo fatto insieme, e il peso della pandemia e la nostra politica mi hanno messo in un buco. Non potevo funzionare. Era pesante e spaventoso. E mi sono sempre visto come quel giocattolo da clown che ha la sabbia in fondo e tu colpisci il clown e lui cade e poi si rialza”.