Artista di talento, Henna si distingue per i suoi testi intensi e un utilizzo delle metafore degno dei grandi cantautori del panorama nostrano.
Henna e la musica: quando vi siete incontrate?
“Abbastanza tardi, in realtà. Da piccola mi divertivo a cantare, però la musica vera e propria l’ho conosciuta dopo. Durante l’adolescenza, poi, ascoltavo musica anche molto discutibile. Solo crescendo ho approfondito e ho cominciato a scrivere anche le prime cose. C’è stato in seguito l’approccio con gli strumenti musicali e da lì è nato tutto”.
Hai detto che ascoltavi musica discutibile. Del tipo?
“Musica americana e inglese: Britney Spears, i Blue ecc.. Per discutibile non intendo musica brutta, ma solo che poi non è quello che sono finita a fare io, ecco”.
Tu sei più affine al cantautorato e ce ne accorgiamo dal nome che hai scelto, Henna, che poi è un omaggio a Lucio Dalla.
“Il mio approccio con la musica italiana è stato speciale. Ho da subito capito che ci stavo bene e mi sono resa conto che era proprio il mio posto. Quello del cantautorato italiano è un posto nel quale sto bene. Lo ascolterei tutto il giorno e mi sono divertita tanto a studiarlo. Ho studiato tanti cantautori, ho cercato di comprendere e interpretare le loro parole e ho capito che volevo fare quello che facevano loro”.
Il tuo ultimo singolo si intitola “Se finisce la musica”. Il brano parte in sordina, quasi come una ballata, e poi esplode. Racconta un po’ come è nato.
“In realtà questo brano nasce da un’idea diversa, che poi è stata sviluppata per ottenere quello che si sente nel singolo. Solo il ritornello è rimasto lo stesso. Il brano è nato dopo un periodo durante il quale non riuscivo a scrivere davvero niente. Facevo fatica a trovare contenuti che interessassero me o un ipotetico ascoltatore. Quello che scrivevo non mi piaceva e mi annoiavo. Questo pezzo è uscito una sera che ero davvero arrivata al limite. Volevo raccontare quel momento e quello stato d’animo. Il brano è nato quando mi sono chiesta: ‘E se finisce davvero, che faccio? Se non riuscissi più a scrivere nulla?’”
A questo punto la domanda sorge spontanea: e se finisse la musica?
“Se finisce la musica, finisco anche io. La musica è la mia essenza, è quello che sono e che faccio. è il sottofondo delle mie giornate, il mio sogno, la mia aspirazione e il motivo per cui mi alzo al mattino. Perciò, se finisce la musica anche io finisco. Evaporo”.
Un’immagine suggestiva. E a propositivo di suggestioni, tu hai questa capacità di evocare immagini attraverso i testi e farcele vedere come fossero un parto della nostra fantasia. Dove hai imparato a scrivere così?
“L’uso della metafora è una cosa che mi è sempre piaciuto tantissimo, a prescindere dalla musica. Anche nella letteratura, è una cosa che mi ha sempre intrigato. è come ogni volta incontrare un piccolo giallo, nel senso che devo andare a capire cos’è, perché non è palese. E questo è un gioco che mi piace. L’ho sempre visto molto nella scrittura di Dalla e in quella di De Gregori, che poi è stato il primo cantautore al quale mi sono avvicinata. Nella scrittura di questi due cantautori ho trovato spesso l’espediente della metafora ed è una cosa che cerco di infilare anche nei miei testi”.
Sei stata finalista della 23esima edizione del Festival “Musicultura” con un altro tuo brano, “Au Revoir”. Che esperienza è stata?
“Prima di Musicultura non avevo pubblicato nessuna canzone, un po’ per pigrizia e un po’ per paura di mettermi in gioco. Musicultura è stato il motivo che mi ha spinto a pubblicare delle cose, perché ormai ero lì, in ballo, e dovevo ballare. Ne è venuta fuori un’esperienza bellissima, accaduta tra l’altro l’anno scorso, momento in cui altri artisti e musicisti non potevano lavorare. Io mi son sentita con la mia band, i miei amici musicisti, che mi hanno accompagnata. Era tra marzo e aprile. Abbiamo fatto un viaggio in un momento in cui l’Italia era in zona rossa. Sono stata fortunata a poter fare questa cosa in un periodo in cui la mancanza di fare musica si sentiva parecchio”.
Ora che la situazione sta pian piano tornando alla normalità, che programmi hai?
“Sto continuando a scrivere. Lavoro a pezzi nuovi con l’idea di fare un bel disco, che poi era quello che volevo fare da tempo. Poi adesso, pian piano, si buttano fuori dei singoli. Ne ho già buttati fuori quattro e credo sia arrivato il momento di unirli e dar loro una nuova luce. Altra novità è che nel giro di qualche settimana uscirà anche un video di ‘E se finisce la musica’”.