Viva Verdi
Il grande compositore d’opera Giuseppe Verdi morì in questo stesso giorno, all’età di 87 anni nella sua suite al Grand Hotel et de Milan, nel 1901.
Il prolifico musicista, dominatore del mondo operistico per gran parte del XIX secolo, fu inizialmente sepolto privatamente al Cimitero Monumentale di Milano.
Ma un mese dopo il corpo fu spostato nel suo ultimo luogo di riposo, la cripta di una casa di riposo per musicisti in pensione che aveva contribuito a stabilire a Milano.
Si stima che una folla di 300.000 persone sia andata a salutare il Maestro ed il “Va pensiero”, il famoso coro della sua opera “Nabucco” del 1842, fu diretto da Arturo Toscanini, con il quale nel marzo del 1899 ebbe già a che fare, nel complimentarsi riguardo la direzione sostenuta dal giovane direttore d’orchestra, del suo Falstaff.
Simbolo patriottico
Verdi ha significato molto per il popolo italiano perché la sua composizione, “Va pensiero” fu l’inno non ufficiale per i sostenitori del movimento risorgimentale, che aveva cercato l’unificazione dell’Italia.
Nelle sue prime opere Verdi aveva dimostrato simpatia per la causa del Risorgimento e la gente era venuta ad associarlo agli ideali del movimento.
Il luogo dove tutto ebbe inizio
Busseto, la città natale del Maestro, si trova in provincia di Parma in Emilia Romagna. Verdi nacque nel vicino e rustico villaggio di Roncole nel 1813, ma si trasferì giovanissimo in città nel 1824. Qui è possibile visitare le chiese di Santa Maria degli Angeli e San Michele Arcangelo dove Verdi suonò l’organo. Villa Verdi, la casa di campagna dove visse con la cantante Giuseppina Strepponi, è appena fuori dalla città nel vicino paese di Sant’Agata.
Le ultime fatiche e la morte
Quando Verdi divenne più vecchio, scelse di ritirarsi dalla vita pubblica e si stabilì in una tenuta di campagna alle porte di Busseto, la sua città natale. Verdi ha sorpreso il mondo della musica con una fase finale trionfante quando ha composto il suo Requiem nel 1874, Otello nel 1887 e Falstaff nel 1893.
Si dice che il compositore restò molto turbato dall’assassinio del re Umberto 1 nel 1900 e iniziò a scrivere una poesia sul monarca che non fu mai completata.
Nel gennaio 1901 Verdi venne colpito da un ictus. Nonostante ricevesse cure mediche specifiche, la morte lo colse pochi giorni dopo alle 2.50.