Dopo la sua deviazione estiva con l’inebriante Été 85, François Ozon si immerge in un film sociale con Tutto è andato bene. Una frase simbolica di un dramma che tratta del fine vita medicalmente assistito richiesto da un burbero ed egoista padre di famiglia ma anche pieno di vitalità accampato da un imponente André Dussollier.
Qual è il punto centrale del film?
Quest’ultimo chiede alle figlie, accampate da Sophie Marceau e Geraldine Pailhas, giuste e travolgenti, di aiutarlo a morire. Le due sorelle intraprendono quindi una stimolante lotta per aderire alla richiesta del padre.
Sophie Marceau
“È un ruolo magnifico che accompagna la verità per un personaggio realmente esistito ma non conosciuto dal grande pubblico – spiega l’attrice – Emmanuelle era una donna piena di vita, io non la conoscevo personalmente ma sono stata circondata da persone che l’amavano. Emmanuelle non era conosciuta dal grande pubblico il film non è certo un biopic non so se sarei stata capace di trasformarmi ma non volevo deludere le persone che l’hanno conosciuta e amata. È un personaggio universale… speravo che chi l’ha conosciuta e amata ritrovasse qualcosa, abbiamo cercato una qualche somiglianza coi colori, cercando di essere fedeli a ciò che era. Ho letto il libro che ha scritto Serge Toubiana (critico cinematografico, per anni direttore della Cinemateque française), un innamorato che parla della donna che ama per avvicinarmi a lei”.
François Ozon
Realizzando il film ho capito fino a che punto è difficile organizzare questa cosa illegale, sempre avendo i mezzi economici per farlo. Il film non prende posizione: non è né contro, né pro l’eutanasia. Interroga gli spettatori su cosa farebbero al posto delle figlie, io non ho ancora risposto”