Nel 2006 esce il film Final Destination 3, l’ultimo della saga horror/Thriller iniziata nel 2000, diretto da James Wong.
La prima volta avvenne su un aereo. Poi per un maxidisastro su un’autostrada.Stavolta, a dare il via a tutto, saranno le montagne russe.
E, come sempre, coloro i quali riusciranno a scampare la morte, finiranno per esserne fagocitati nel peggior modo possibile.
Ritorna nelle mani di James Wong, già regista del primo episodio, la “saga” di Final Destination che ancora una volta, non deluderà i suoi fan.
Grazie a un meccanismo perverso si veicoleranno le aspettative dello spettatore consapevole, già conscio del fatto che alla fine moriranno tutti.
Il “bello”, dal 2000 a questa parte, è come sempre scoprirne il modo. Ad aprire le danze, come sempre, la premonizione.
Che servirà a togliere momentaneamente dalle grinfie dell’oscura signora alcuni malcapitati: prevedendo l’imminente incidente sulle montagne russe.
Wendy (Mary Elizabeth Winstead) non farà altro che scatenare un incredibile conto alla rovescia.
Attraverso cui e nel pieno rispetto di un ordine prestabilito, ognuno dei presenti sui vagoncini del Luna Park andrà incontro alla propria fine.
Metterli in guardia, o sperare in un cambiamento della loro sorte, sarà naturalmente inutile.
E’ nel gioco al disgusto, nella ricerca di spaventevoli e disturbanti situazioni (che non riveliamo per non rovinare il vero senso del film) che Final Destination 3 prosegue nella strada già battuta dai due precedenti.
Sfiorando un trash volontario quando si tratta di argomentare “le presunte ragioni” per spiegare il perché del tutto.
Rimanendo comunque un gradino sotto (per originalità e trovate splatter) al più bello dell’intera serie, il secondo capitolo, fatalità l’unico non diretto da James Wong.
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Final Destination 3: Trama
Un gruppo di studenti si reca in un parco di divertimenti per festeggiare il conseguimento del diploma.
Tra loro c’è Wendy, che, insieme al suo ragazzo Jason, sta per affrontare un giro sulle montagne russe.
Non appena si siede sulla giostra, però, Wendy ha un’orribile immagine premonitrice di un disastro e cerca di scendere a forza dalla piattaforma di lancio, nonostante le rassicurazioni di Jess.
A darle una mano interviene un suo compagno di scuola, Kevin, che l’aiuta a venire giù dalle montagne russe prendendosi gli insulti di alcuni ragazzi, che lo deridono chiamandolo vigliacco.
Una volta a terra, Wendy, Kevin e altri ragazzi, scesi anche loro, non possono far altro che assistere inermi ad un terribile incidente.
Quando i carrelli della giostra deragliano dai binari perdendo il controllo.
E’ a questo punto che per il gruppo scampato alla tragedia inizia una caccia agli indizi per sfuggire alla morte che non è riuscita a prendersi le loro vite al parco giochi.
Final Destination 3: Critica
Repubblica
“Ai cultori dell’horror l’idea di partenza del primo ‘Final Destination’ piacque parecchio.
Quando il meccanismo fu riproposto in una seconda puntata, la mancanza di novità lo rendeva già molto meno interessante.
Ora mostra la corda in ‘Final Destination 3’, pur diretto non indegnamente dal regista del prototipo, James Wong.
Nel tentativo di apportare una variante alla formula, il film immagina che la Morte, per assicurarsi le sue prede, faccia ricorso a una serie di incidenti domestici.
Dalla cabina per l’abbronzatura al distributore di benzina; il che, poi, conferma le notizie statistiche sulle cause di decesso violento.
Nel rappresentarli, il volenteroso Wong sceglie la via più truculenta, onde compensare la carenza di ingegnosità del tutto.
Il risultato sembra un giro di giostra, anche un po’ noioso.” (Roberto Nepoti, ‘la Repubblica’, 24 marzo 2006)
Il Messaggero
“Chi non muore si rivede. La Morte non muore mai e quindi si rivede spesso. Anche al cinema.
E soprattutto in ‘Final Destination 3’ di James Wong il Tristo Mietitore deve fare sempre i conti, nel primo come nel secondo episodio di questa saga, con qualche ragazzino che sfugge casualmente alla sua Fine.
L’idea di mischiare humour & horror funziona ancora.
E grazie al ritorno del vivace James Wong, regista del primo film e purtroppo assente nel secondo, si può sghignazzare non poco per un nuovo massacro di giovani yankee un po’ citrulli.
La Morte non ha corpo e non se ne va in giro con la falce ma è rappresentata come un soffio di vento letale che anima oggetti che da confortevoli diventano agghiaccianti strumenti di tortura.
Vedere cosa succede in un pacifico solarium per credere.” (Francesco Alò, ‘Il Messaggero’, 24 marzo 2006)
Il Mattino
“Per il terzo episodio della serie ‘Final Destination’ sono stati richiamati il regista James Wong e lo sceneggiatore Glen Morgan, autori del primo film.
I due, che si sono fatti le ossa con serie televisive di successo come ‘X Files’ e ‘Millennium’.
Inseriscono qualche novità senza cambiare più di tanto una formula narrativamente ed emotivamente vincente.
Dopo le sciagure aeree e gli incidenti automobilistici dei primi due film, il teen-horror ‘Final Destination 3’ trova humour nero.
E anche una tensione spettacolare nella corsa impazzita dell’ottovolante di un luna park.
Emozioni, angoscia e ritmo garantiti.” (Alberto Castellano, ‘Il Mattino, 25 marzo 2006)
Corriere della sera
“La forza del destino, parte terza. Appuntamento con la morte nel serial horror sul cui set sono stati richiamati il regista James Wong e lo sceneggiatore Glen Morgan.
Ma non importa quello che fanno dire ai ragazzi che, dopo un incidente sulle montagne russe di una giostra, tentano di scampare al destino, è un dialogo di servizio, con volti di teenager uguali a mille altri.
Quel poco di tensione che c’ è nel film sta nel fatto che non si può sfuggire al Fato.
Gli scampati, come quelli che riuscirono a salvarsi dalle sciagure aeree e automobilistiche, avvertono gli amici, ma il peggio accade ineluttabilmente.
Con casi fortuiti e speciali per cui i ragazzi vengono spappolati a vista nei modi più incredibili, quasi da cartoon.
Niente di nuovo, ma il rodaggio professionale permette una visione senza troppa noia.
In attesa delle scene truci che contengono perfino un involontario humour nero.” (Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’, 25 marzo 2006)
Chi vuole vedere il film stasera 9 Luglio 2020 si sintonizzi su Italia Uno alle ore 23:52.
Vi lascio al trailer, buona visione.