Film di Netflix: “Un bambino chiamato Natale” nei top 10

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Tra i film di Netflix, “Boy called Christmas” (titolo italiano: Un bambino chiamato Natale) entra nei più visti di dicembre. Risultato notevole, se si considera che, almeno in teoria, un film per ragazzi, è un genere che raramente incontra i favori degli adulti.

Il film di Netflix per Natale è in classifica nei top 10

Per comprendere questo piccolo fenomeno,  vediamo un po’ di curiosità sul cast. Il protagonista del film è Henry Lawfull, un giovanissimo attore al suo grande debutto. Ma in “Un bambino chiamato Natale” ci sono diversi nomi noti agli spettatori. Nei primi minuti del film, compare in scena un attore con un volto familiare, che però poi non si vede più: è quindi facile non trovare una risposta alla domanda “dove ho già visto l’attore che fa il padre-vedovo dei tre ragazzi a cui l’anziana zia racconta tutta la storia?”. Ebbene, si tratta di Joel Fry, di recente comparso in Cruella nel ruolo di Gaspare-Jasper, apprezzato anche come amico del protagonista di Yesterday, e infine Hizdahr zo Loraq (il nobile di Meereen che fa da consigliere a Daenerys) in Game of Thrones. A proposito: Joel, il padre di Nikolas, è Michiel Huisman, ovvero il secondo interprete di Daario nel Trono di Spade.

Gli interpreti del film di Netflix: la zia e l’elfo

Passiamo ora alla zia Ruth, colei che racconta la storia: è Maggie Smith, ovvero la professoressa McGrannit della saga di Harry Potter, nonché la contessa Violet di Downton Abbey. Infine, restiamo a Harry Potter: il personaggio di Father Topo, l’elfo che aiuta il protagonista, è interpretato da Toby Jones, che nei film del maghetto ha recitato la parte dell’elfo Dobby. 

La trama del film Netflix: “A boy called Christmas”

Il film britannico è tratto dall’omonimo libro dell’inglese Matt Haig, e pubblicato in Italia da Salani, la stessa casa editrice di Harry Potter. A differenza di J. K. Rowling, Haig ha scritto anche libri per adulti, ma questo fa parte dei suoi romanzi per un pubblico più giovane. Il film inizia alla vigilia di Natale, quando un padre da poco vedovo deve lasciare i suoi tre figli a una zia della defunta moglie, perché deve lavorare. In famiglia non c’è molta voglia festeggiare il natale, ma la zia Ruth non è dello stesso avviso, per cui decide di raccontare ai tre nipotini una storia particolare, ovvero l’origine della festa del Natale. Questa è la sua storia vera, un’avventura piena di neve, rapimenti, renne scontrose, topi sognatori, e poi ancora neve, elfi, troll e magia, tanta magia. La magia, se ci si crede, non tradisce mai. Ci fermiamo qui nella sintesi della trama, ma date un’occhiata al trailer ufficiale

Una storia ambientata in Finlandia “tanto tanto tempo fa”

Una storia che parla di un bambino chiamato Nikolas la cui mamma è morta da poco, e che vive con il padre taglialegna. Un giorno il re, convoca i due e altri abitanti tra i più poveri del regno per proporgli una missione: andare agli estremi confini del regno per trovare qualcosa di magico, qualcosa che ridia speranze a un popolo intristito. In effetti, la mamma di Nikolas gli raccontava sempre una storia di un villaggio di elfi chiamato Elfhelm, dove tutti erano felici e nessuno pativa il freddo, la fame o qualunque problema. Un posto magico, in cui credere fortemente anche se non lo si può vedere con i propri occhi. E così, dopo qualche giorno, il padre di Nikolas si aggrega a una spedizione per trovare Elfhelm, lasciando Nikolas a casa. Il ragazzo viene affidato a una zia cattiva e sfruttatrice, ma presto il ragazzo che la mamma chiamava Christmas, partirà anche lui all’avventura.

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Il film natalizio ma non solo

I film sul Natale nel corso dei decenni ci hanno raccontato qualunque possibile storia sulla festa più amata dai ragazzi. E anche la versione “la storia di come è nato Babbo Natale” è entrato nel pensiero comune. Ma le tradizioni sono così. Bisogna rispettarle, tramandandole, sempre uguali o con varianti che diventano anch’esse tradizionali. Dal menù del cenone alla scelta tra presepe o albero, la lista di tradizioni natalizie non può non includere anche i film. Ma va sottolineato come il punto fondamentale della storia sia qualcosa che non ha a che fare con la religione, ma che in qualche modo ci ricorda il messaggio cristiano: la bontà del suo protagonista. Nikolas è sfortunato, subisce ingiustizie, ma non smette mai, neanche per un secondo, di essere buono. Anche con la tremenda zia Carlotta “porge l’altra guancia”, e non reagisce con violenza anche solo verbale quando lei lo offende nel modo peggiore possibile.

Qual’è il “messaggio” che lancia il film di Netflix

Il film vuole mantenere una profonda coerenza con il suo messaggio, e comunicarlo al suo pubblico di riferimento. E lo fa in maniera tutto sommato godibile, senza prediche né ramanzine. Ecco perché a molti è piaciuto davvero, nonostante le età, del pubblico.

Il finale del film di Netflix spiegato o spoiler?

Se siete qui è perché avete visto il film e vi è rimasto un dubbio sul colpo di scena finale, che riguarda la cara zia Ruth. Sì, avete visto bene: nel sistemarsi il cappello, le spunta un orecchio a punta che i ragazzi notano subito, e quindi la osservano dalla finestra mentre si allontana e accende un bellissimo fuoco d’artificio. Se a ciò aggiungiamo il fatto che più volte, nel corso del racconto ai ragazzi, ha detto la frase “io non mento mai”, allora è certo: la zia Ruth altri non è che la fatina della verità che ha accompagnato Nikolas nel suo viaggio, e che ha subito chiarito di non essere in grado di dire nient’altro che la verità. Se ciò significa che la mamma dei tre ragazzi conosceva la natura magica della zia, o se addirittura fosse lei stessa una fata, non è dato sapere. E alla fine, non è importante per apprezzare questo film. 

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