Si è svolta ieri, 10 maggio, la 1a semifinale di questo Eurovision ’22. Vediamo chi ha meritato il passaggio del turno.
Eurovision ’22: chi sono i vincitori della 1a semifinale?
Lituania – Monika Lui con “Sentimental”
La 34enne lituana si presenta sul palco in abito da sera paillettato. A metà tra chanson e pop, la sua “Sentimental” le consegna le chiavi per il passaggio del turno. E il pubblico ringrazia. Voto 6.
Svizzera – Marius Bear con “Boys do cry”
Difficile far meglio di chi, su quel palco, l’aveva preceduto. Marius Bear non è Gjon’s Tears, ma la sua “Boys do cry” è una ballata dolce e intensa che merita la nostra attenzione, e lui la canta come meglio non si potrebbe. Voto 6,5.
Ucraina – Kalush Orchestra con “Stefania”
Era tra le più attese di questa prima semifinale. Scritta interamente in lingua ucraina, Stefania è un’ode alle madri, che il testo dipinge come figure forti e amorevoli. Il pezzo, di matrice hip-hop, vale al gruppo una grande ovazione finale.
Paesi Bassi – S10 con “De diepte”
C’è tanta emozione negli occhi e nella voce di questa giovane donna. Ed è così intensa che, sul finire, buca quasi lo schermo. Lei la tiene a bada finché può e la gestisce come una risorsa, tramutandola in qualcosa di bellissimo e suggestivo. Voto 6.
Moldavia – Zdob și Zdub & Advahov Brothers con “Trenulețul”
Danno vita a uno show nello show, con un’esibizione colorata ed energica. C’è tanto folklore nella loro “Trenulețul”, che mescola l’inglese al rumeno. La platea si scatena e siamo tutti contenti. Voto 6,5.
Portogallo – MARO con “Saudade Saudade”
Un’esibizione da incorniciare. La giovanissima portoghese è tra le poche in gara a tener salde le corde vocali e a regalarci una performance suggestiva e tecnicamente molto valida. Coadiuvata da altre voci, rapisce l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori. Voto 7.
Islanda – Systur con “Með Hækkandi Sól”
Trio tutto al femminile, formato dalle sorelle Sigríður, Elísabet ed Elín Eyþórsdóttir. Queste ragazze vengono da una famiglia dove la musica era ed è ancora di casa. Si presentano con un brano folk e lo portano in scena come meglio non si potrebbe. Vien voglia di risentirle. Voto 6,5.
Grecia – Amanda Georgiadi Tenfjord con “Die Together”
Canta a cappella la prima parte del brano e se la cava alla grande. La sua “Die Together”, scritta a quattro mani con la cantante con Bjørn Helge Gammelsæter, le calza come un abito su misura. Voto 6,5.
Norvegia – Subwoolfer con “Give that wolf a banana”
Sono un po’ la versione norvegese dei Daft Punk, ma con indosso una maschera da lupo. Di loro si conosco solo i nomi fittizi, Jim e Keith, e una storia secondo la quale avrebbero cominciato la carriera di musicisti circa 4,5 miliardi di anni fa… sulla Luna. La loro “Give that wolf a banana” non sembra particolarmente esaltante, ma regala ai due lupi il passaggio del turno. Voto 6.
Armenia – Rosa Linn “Snap”
La 21enne moldava ha tutte le carte in regola per occupare un posto tra le posizioni più alte. Dovrebbe solo pensare di più a cantare, anziché andarsene in giro a strappare festoni dalla scenografia. Voto 6.
Eurovision ’22: gli esclusi
Albania – Ronela Hajaty con “Sekret”
Un po’ ce l’aspettavamo e, finita l’esibizione, ne avevamo la certezza. Prestazione vocale sottotono e non all’altezza di un palco così prestigioso, ma teniamo come attenuante quella dell’apertura dello show. Quel che non concede attenuanti è la coreografia. A star fermi, magari legati, avrebbero forse avuto più possibilità. Voto 4.
Lettonia – Citi Zeni con “Eat Your Salad”
Non bastano il tricolore sfoggiato dal gruppo e il ritmo trascinante della loro “Eat Your Salad”: i Citi Zeni salutano l’Eurovision ’22. Resterà a lungo nella memoria di tutti noi il testo della canzone: “Instead of meat i eat veggies and pussy”. Un incipit che il pubblico conosce e si diverte a urlare. Voto 5,5.
Slovenia – LPS con “Disko”
Sono un gruppo di giovanissimi, che si ritrova catapultato sul palco più importante d’Europa. Ispirano tenerezza, soprattutto quando la telecamera stringe sui volti imberbi. Un po’ piatta e leggermente stonata l’esibizione. Voto 5.
Bulgaria – Intelligent Music Project con “Intention”
E arriviamo al supergruppo rappresentato dal carismatico Ronnie Romero, già frontman dei Rainbow di Ritchie Blackmore. Nome della band a parte (potevano inventarsi qualcosa di meglio), la loro “Intention” fila dritta come una locomotiva indiavolata mentre fiammate esplodono tutt’intorno. Qualcosa non deve aver funzionato a dovere, perché non passano il turno. Il miracolo dell’anno scorso chiamato Maneskin non sembra destinato a ripetersi. Voto 6,5.
Croazia – Mia Dimsic con “Guilty Pleasure”
A rivedere l’esibizione, vien da pensare che l’unico motivo di questa bocciatura sia che non tutti possano passare il turno. La giovane artista croata mette in scena una performance che molti dei suoi più navigati colleghi non riescono a regalarci. Peccato. Voto 7.
Danimarca – Reddi con “The Show”
Altra inaspettata esclusione è quella della band danese tutta al femminile. La loro “The Show” parte in sordina, come una ballata, e si evolve in un pezzo punk-pop con un assolo niente male. Nonostante la performance di tutto rispetto, però, non passano il turno. Le chitarre elettriche non riscuotono particolare simpatia quest’anno. Voto 6,5.
Austria – Lumix feat. Pia Maria con “Halo”
La coppia è composta da un dj e una cantante. Nonostante la giovane età, il dj Lumix vanta una collaborazione con Gabri Ponte nel remix di Monster, brano di Meg & Dia. Purtroppo la loro “Halo” non li porta in finale, ma stavolta c’è poco o nulla da recriminare sull’esclusione. Voto 5.