Doraemon: l’amico che tutti i bambini vorrebbero

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Un gatto blu con una campanella al collo e una tasca sulla pancia, da cui far uscire ogni sorta di gadget. Avrete già capito che stiamo parlando di Doraemon, il famoso “micio bianco e azzurro”.

Di cosa parla Doraemon?

I suoi creatori sono una coppia di mangaka, Hiroshi Fujimoto e Motoo Abiko, che in due utilizzavano lo pseudonimo di Fujiko Fujio. Doraemon nacque nel lontano 1969, e venne pubblicato sino al 1996: in totale, 1.345 storie divise in seguito in 45 volumi. Nonostante i mangaka abbiano realizzato altre opere, anche separatamente, questa rimane ad oggi il loro successo più grande. Entrambi hanno però lasciato questo mondo, Fujimoto nel 1996 e Motoo recentemente, lo scorso 7 aprile. Ma chi è, infine, Doraemon?


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I protagonisti

Doraemon, come già si evince da ciò che è in grado di fare, non è un gatto come gli altri. Si tratta infatti di un androide, inventato in un prossimo futuro da un discendente di Nobita Nobi, protagonista umano della serie. Il bambino Nobita, che nel presente ha dieci anni, è di buon cuore e altruista, ma allo stesso tempo pigro e poco incline ad impegnarsi, soprattutto a scuola. Questi suoi difetti condizioneranno naturalmente il suo futuro, impedendogli di sposare la compagna di classe di cui è innamorato e pregiudicando il suo percorso lavorativo e personale. Per questa ragione gli si affianca la creatura robotica, che gli sarà sempre vicina e cercherà di aiutarlo a migliorare sé stesso e i suoi rapporti interpersonali.

Personaggi secondari

Sullo sfondo, ma neanche poi tanto, ci sono i genitori e gli amici di Nobita. La madre è una casalinga, e lo rimprovera spesso nel tentativo di migliorare i suoi risultati scolastici: il padre è meno presente, in quanto è un tipico “salaryman” giapponese, che lavora molto e lontano da casa. Tra i ragazzini c’è Shizuka, naturalmente, l’amore segreto di Nobita; il bullo Gian; la sua spalla, il ricco e viziato Suneo; e Dekisugi, il primo della classe. In alcune occasioni fa la sua comparsa anche Dorami, sorella di Doraemon, a sua volta un gatto-androide di colore chiaro e con la sua brava tasca di Chiusky.

I Chiusky

Già, i Chiusky, che rappresentano una parte importante delle avventure di Doraemon e Nobita. Rimane impossibile elencarli tutti, poiché ne viene presentato uno diverso in ogni episodio (e a volte anche di più): il primo è sicuramente il “copter”, piccolo elicottero che, indossato sulla testa, permette di volare, e che i due amici utilizzano molto spesso. Né è da meno la macchina del tempo, o la dokodemo (“porta per ogni dove”), o ancora la “luce che riduce”, gadget che permette di ridurre o ingrandire un oggetto. Spesso Nobita abusa dei Chiusky, con il risultato di combinare un disastro dietro l’altro: altre volte l’oggetto in questione viene sottratto da Gian e Suneo per qualche marachella. Nonostante il manga sia nato alla fine degli anni Sessanta, bisogna ammettere che la tecnologia non era niente male.

I finali alternativi

Come abbiamo detto, uno dei mangaka ci ha lasciato nel 1996, anno in cui terminò la pubblicazione del manga. La questione del finale rimane quindi controversa, anche se la versione ufficiale è la più accreditata: Doraemon ha ormai concluso il suo compito e torna nel suo futuro. Nobita è diventato un buon studente e una persona migliore, e riesce a sposare Shizuka. Un lieto fine, insomma, ma non sono mancate le leggende metropolitane, spesso tradotte in vere e proprie creepypasta (come gli episodi perduti di diverse serie). Uno di questi è decisamente inquietante: nell’ultimo episodio scopriamo che Nobita è stato in coma per tutto il tempo, e che le avventure vissute con Doraemon sono state soltanto frutto dei suoi sogni. Come abbiamo detto, però, non si tratta d’altro che di mere speculazioni. Doraemon va ancora in onda di tanto in tanto sulle nostre televisioni, e diverte grandi e piccoli per un successo senza tempo.

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