Come si fa ad essere donne e mamme in una società come quella di oggi?
Come si fa a vincere la battaglia delle battaglie: emanciparsi da un mondo che si aspetta di vederci combattere costantemente contro tutto e tutti, senza perdere il nostro lato sexy, la nostra acuta femminilità?
Dolce attesa per chi? ci mostra le mille verità sulla maternità, sulla femminilità e sulla guerra che ogni giorno una donna deve combattere per affermarsi con la D maiuscola e tenere testa alle infinite richieste che provengono da amici, parenti, amanti e da centralini telefonici che non ci danno mai la risposta che cerchiamo (o che vorremmo!).
Sul palco vediamo schierate due soldatesse in tenuta mimetica pronte ad ironizzare sul loro stesso sesso nei momenti salienti della loro vita: colloquio di lavoro, primo appuntamento, sesso al primo appuntamento e la dolce attesa, passando ovviamente per l’arrivo dei giorni più “felici” del mese.
Giada Prandi e Veronica Milaneschi giocano con accessori che danno vita alla vita del personaggio, o ad un nuovo personaggio, senza uscire mai di scena ma suggerendo a loro stesse di trovarsi dentro un copione teatrale. Sono la scenografia, la musica(lità) e l’anima di uno spettacolo che attraverso onestà e simpatica amarezza ci fa scoprire l’altro lato di un piccolo, grande, enorme universo; quello femminile.
Betta Cianchini, autrice del testo, è riuscita a fare breccia nel cuore delle donne e nei cervelli degli uomini, senza risultare scontata o gratuitamente volgare. La regia curata da Marco Maltauro regala quell’essenzialità che rende realistico tutto ciò che, altrimenti, potrebbe apparire folle.
Le due protagoniste combattono su un pentagramma scritto da parole articolate in modo perfetto, accompagnato dal massimo della mimica facciale e corporea che, grazie alla sua esagerazione, rende tutto molto più schietto.
Brillante, riflessivo ed onesto Dolce attesa per chi? si sostituisce all’operatore di quei centralini telefonici dandoci la risposta che cerchiamo (e che vorremmo!).