“Domani è un altro giorno” in corsa per i David 2020

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"Domani è un altro giorno" di Simone Spada

Per la regia di Simone Spada (Hotel Gagarin, 2018) Domani è un altro giorno è uno dei film candidati al David di Donatello 2020 per la miglior attrice non protagonista, Anna Ferzetti.

La pellicola racconta il rapporto tra Giuliano (Marco Giallini) e Tommaso (Valerio Mastandrea) che all’inizio è un rapporto non ben definito. Non conosciamo nulla del loro passato, non sappiamo cosa li abbia spinti a tenere le distanze, per quello che intuiamo nel corso del film. Non sappiamo perché Tommaso abbia detto: “per causa tua non dormo la notte e vado dallo psicologo”. Eppure quello che il registra lascia intravedere, quello che compare pian piano dalle conversazioni, è che, nonostante tutto quello che possa essere successo nel passato, e che in questo momento dunque non ci deve interessare, loro sono uniti. Sono due amici che nonostante tutto non si vogliono lasciare andare.

Perché il tema di questo film è proprio questo: il coraggio di lasciarsi andare. Domani è un altro giorno, è un film che si costruisce un passo alla volta, che si spiega scena dopo scena. È un film che sembra già finito ma che in realtà si crea insieme allo spettatore. Chiaro, semplice, arriva nella quotidianità di chi lo vede. La situazione infatti si capisce da qualche indiscrezione, nessuno si sofferma mai a spiegarci le cose, dobbiamo capirle noi. Eppure, Simone Spada riesce a farlo perfettamente.

Sembra quasi che l’argomento trattato dal film sia talmente tanto delicato che non è possibile gettarlo sullo schermo tutto d’un colpo. Un argomento che è così importante da non esistere un vero modo per annunciarlo.

Giuliano infatti, da un anno circa, è in cura per sconfiggere un cancro ai polmoni che non sembra volerlo lasciare. Dopo aver provato tutti i tipi di terapie consigliate dal medico, decide, una volta per tutte, di smettere con la chemio e di consegnarsi al suo destino.

Con una Roma monumentale sullo sfondo, dal Colosseo a Castel Sant’Angelo, ai due protagonisti se ne aggiunge un terzo: il cane di Giuliano, Pato, la cosa più preziosa che lui ha. Il pensiero stesso di doverlo lasciare aggiunge dramma alla storia. Un racconto che di drammatico forse ha solo gli elementi iniziali. Galliani riesce infatti a riportare il sorriso all’interno di una situazione complicata come quella del suo personaggio. Fa il “poliziotto buono” mentre Mastandrea cerca di riportarlo con i piedi per terra, di farlo ragionare. Giuliano invece risponde alla vita accettandola così com’è, aggiungendo quel pizzico di ironia e di divertimento che fa sì che la storia non sia per nulla pesante.

I due amici infatti, sono due facce della stessa medaglia. Giuliano lo tratta con leggerezza, perché è la sua storia, Tommaso invece lo riporta sul serio. A dare man forte a Valerio Mastandrea arriva Paola (Anna Ferzetti) l’amica d’infanzia. Lei, a differenza di Tommaso, non riuscirà mai ad accettare la decisione dell’amico. Non riesce a darsi per contenta, a mollare la presa su Giuliano.

È un film che alterna lacrime a sorrisi, che sa mantenere equilibrata l’emozione. Il dramma arriva solo in quei brevi momenti di realizzazione che la fine è ormai vicina. Arriva durante l’ultimo saluto al figlio – Leonardo infatti vive a Barcellona, dove studia – al cane, all’ex moglie, all’ex amante, a Tommaso. Il dramma arriva a momenti, e come arriva subito se ne va.

Ma soprattutto, in Domani è un altro giorno niente viene lasciato al caso, niente è fatto giusto per fare. Ogni azione, anche quella più piccola, prima o poi viene spiegata. Tutto è destinato ad avere un suo perché.

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