Discorsi Oscar: molte volte sono diventati politici

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Discorsi Oscar

I discorsi Oscar sono molto attesti nel mondo nel cinema. Si possono infatti ricordare molti discorsi memorabili di altrettanto memorabili attori. Tuttavia, non sempre agli Oscar si è parlato solo del cinema. Si conta infatti una decina di discorsi in cui sono rientrati cenni alla politica. Vediamo ora alcuni dei più rilevanti.

Quali sono le principali allusioni alla politica nei discorsi Oscar?

Nel 1973, l’attore Marlon Brand vince l’Oscar per il miglior attore per il film “Il Padrino”. Invece di accettare la classica statuetta d’oro, Brando invita l’attivista nativo americano Sacheen Littlefeather per protestare contro le false dichiarazioni dei nativi americani a Hollywood.

Nel 1975, il co-produttore del docufilm sulla guerra del Vietnam “Hearts and Minds” Bert Schneider vince per a detta produzione. Durante il suo discorso agli Oscar, Schneider legge un telegramma del capo della delegazione del Vietnam del Nord ai colloqui di pace di Parigi. Il telegramma dice: “Saluti di amicizia a tutto il popolo americano. Non siamo responsabili per alcun riferimento politico fatto sul programma”.

Nel 2002, Halle Berry è la prima donna di colore a vincere un Oscar come migliore attrice. Al ritiro del premio, la Berry afferma: “Questo evento è molto più grande di me. Dedico l’onore a ogni donna di colore senza nome e senza volto che ora ha una possibilità perché questa porta questa sera è stata aperta”.

Altri interventi politici alla cerimonia Oscar

Nel 2003, il regista Michael Moore vince un Oscar per il documentario “Bowling for Columbine”. Viene fischiato nel suo discorso poiché si scaglia contro la guerra in Iraq e il presidente George W. Bush. Moore dice: “Ogni volta che hai il Papa e le Dixie Chicks contro di te, il tuo tempo è scaduto”.

Nel 2015, John Legend vince per la canzone originale “Glory” del film Selma, produzione ispirata a Martin Luther King Jr. Il cantante paragona lo spirito del movimento dei diritti civili a quelli in Francia che si battono per la libertà di espressione, così come quelli di Hong Kong che protestano per la democrazia. Legend dice: “Ci sono più uomini neri sotto il controllo correzionale oggi di quanti ce ne fossero in schiavitù nel 1850”.

Nel 2019, Spike Lee vince per la migliore sceneggiatura adattata per “BlackkKlansman”. Nel suo discorso, Spike Lee parla dei suoi antenati schiavi e incoraggia a votare per Joe Biden. Lee afferma: “Le elezioni presidenziali del 2020 sono dietro l’angolo. Mobilitiamoci tutti. Stiamo tutti dalla parte giusta della storia. Fai la scelta morale tra amore e odio. Facciamo la cosa giusta”.


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