Delacey – Black Coffee è il suo album di debutto | recensione

Black Coffee è il titolo dell'album di debutto di Delacey, artista la cui voce è arrivata alle orecchie di chiunque per una vita atipica. Ecco la recensione

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Il nome di Delacey forse dirà poco un po’ a tutti, eppure la sua voce è arrivata alle orecchie praticamente di chiunque grazie al modo molto particolare con cui la sua carriera ha avuto inizio. La cantante è infatti interprete di “Dream It Possible”, brano realizzato iniseme a Huawei ed il cui ritornello è messo fra le suonerie base di tutti i telefonini prodotti dall’azienda cinese. La canzone è di conseguenza entrata nelle teste di noi tutti anche senza essere in radio o su Spotify, ed ha dato slancio alla carriera dell’artista, permettendole di iniziare a pubblicare svariate canzoni nel corso degli ultimi anni. In queste ultime settimane, infine, Delacey ha pubblicato il suo album di debutto “Black Coffee”, pubblicato tramite un’etichetta indipendente.

Recensione di Black Coffee

A livello musicale, Delacey delinea uno stile molto coeso, mettendo in scena uno sforzo non da poco per un album di debutto. L’interprete fonde insieme un po’ di R&B ed un po’ di pop, senza rifugiarsi nelle mode più recenti circa questi due generi ma ricercando semmai un sound che la rappresenti e che valorizzi il più possibile il suo timbro vocale. La voce di Delacey presenta del resto un timbro dolce e vagamente flebile, senza dubbio riconoscibile e che si presta molto bene a suoni soffusi e non eccessivamente corposi: ne consegue un album in cui le canzoni lente la fanno da padrone, ed anche le up tempo hanno un elemento raffinato ed elegante che le identifica immediatamente come brani appartenenti a quest’album.

Di fondo, oltre ad eleganza e freschezza, troviamo anche una sensualità a tratti forte e a tratti appena accennata, un gioco fra “vedo non vedo” che ammalia l’ascoltatore senza tuttavia distrarlo dal fulcro più intimo della musica. Il disco va dunque avanti fra brani più vicini all’R&B ed altri più vicini al pop, fra brani con ritornelli accattivanti e strofe più soffuse, fino arrivare alla fine alla collaborazione con l’unica grande star presente nel disco, il rapper G-Eazy. La presenza di Eazy nel disco è da un lato un valore aggiunto, perché attirerà sicuramente molto pubblico verso il progetto, tuttavia è innegabile che il brano con lui spezzi un’attimo l’atmosfera generata dal resto del disco: sembra quasi sia lui l’artista principale del duetto, e non il featured artist.

In definitiva ci troviamo davanti ad un album buono, soprattutto se consideriamo che è stato prodotto in maniera indipendente e che la sua interprete ha curato da cima a fondo l’intero progetto. Portare avanti una carriera in questo modo, senza ricercare l’appoggio di una major nel momento in cui si ha un biglietto da visita così efficace come un brano utilizzato come suoneria da milioni di persone in tutto il mondo, è una mossa sicuramente atipica, ma che d’altro canto dà modo a Delacey di avere un controllo sulla sua musica che poche popstar hanno. In bocca al lupo a questa artista, affinché ottenga da sola la popolarità che merita.

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