Quando si cerca di raccontare un regista come David Cronenberg, si parla di una vera e propria rivoluzione di genere. Fin dagli anni 60, il cineasta canadese classe 1943, ha affrontato generi sempre diversi, apportando sempre qualche cambiamento anche minimo. Un’ inquadratura, una visione innovativa di un particolare tema. Regista di capolavori come La Mosca, Videodrome, La promessa dell’assassino. Cronenberg ha esplorato sempre e in modo sempre diverso la continuità tra mente e carne. Corpi che mutano, si trasformano (come nel caso de La Mosca) e che riescono a rappresentare a pieno una deformità fisica che rispecchia l’animo umano. Un feticismo che porterà avanti anche dopo la sua virata di genere di inizio 2000.
Dall’ossessione per la deformità all’analisi della tecnologia
Prima di approfondire il pensiero di un regista complesso come David Cronenberg, bisogna, prima di tutto, capire la dimensione e il genere in cui ha operato. Primo vero portatore del cinema indipendente sul grande schermo, Cronenberg per gran parte della sua carriera ha lavorato su film a basso budget. Il suo interesse ad un genere come l’ horror è prettamente legato alla sua ossessione per la deformità. Una deformità che si pone in totale continuità con la psiche umana, con le ossessioni, con le malattie. Successivamente affiancherà a questo feticismo per la carne un particolare interesse verso la tecnologia e le sue deviazioni. Grande manifesto del suo pensiero riguardo il binomio carne/tecnologia è eXistenZ. L’abbattimento delle barriere della realtà che propone il film, si fonde con la psiche umana manipolata e soggiogata dal videogioco che si rivela essere il vero protagonista della pellicola.
Da Il demone sotto la pelle a La Mosca: la rivoluzione del Body horror
Questo pensiero non è altro che la conseguenza di un interesse verso la mutazione che il regista coltiva dalle sue prime pellicole. Fin da Il demone sotto la Pelle, Cronenberg palesa un particolare interesse per la psicologia e gli istinti umani. La vera rivoluzione apportata dal regista canadese si basa proprio sulla nuova idea di psicologia che introduce. A differenza dei cineasti dell’epoca Cronenberg cerca di portare lo spettatore ad una riflessione che vada oltre ciò che si vede sullo schermo. Una riflessione più intima che porti ad un analisi approfondita e senza censure della nostra mente.
Il cambiamento di genere apportato dal regista, raggiunge la sua massima espressione nella sua pellicola più famosa, diventata in poco tempo un vero e proprio cult: La Mosca. Il Body horror raggiunge un’altra dimensione, fatta di esperimenti e studio dei cambiamenti. Lo scienziato Seth Brundle interpretato da Jeff Goldblum, osserva il proprio corpo mutare dopo la fusione del suo DNA con quello della famosa mosca. Il processo è analizzato con precisione in modo da rendere sempre maggior l’effetto di drammaticità. Protagonista del film è il cambiamento graduale da qualcosa di umano a qualcosa di inumano. E’ proprio con questa pellicola e con i precedenti Demone Sotto la Pelle e Videodrome, che Cronenberg diviene il vero e proprio fondatore del body horror.
David Cronenberg e la virata di genere post anni 2000
Siamo agli inizi del 2000 quando il cineasta canadese decide di abbandonare quasi totalmente l’ horror. Certamente rimarrà alto il suo interesse per lo scabroso tramite inquadrature particolarmente violente e crude, ma deciderà di esplorare altri orizzonti e generi. Già nel 2002 comincia a lavorare in maniera differente sulla psiche umana con un vero e proprio capolavoro del del genere Thriller: Spider. Con questo titolo Cronenberg mostra apertamente il disagio della malattia mentale, senza alcun tipo di censura.
Dal 2005 con History of Violence e successivamente nel meraviglioso La Promessa dell’Assassino, Cronenberg comincia a proporre un cinema leggermente più commerciale ma in grado di esplorare la violenza e i mutamenti psicologici. In entrambi i casi parliamo di protagonisti condannati al loro destino e bloccati nella loro dimensione. E’ proprio in questi due film che il regista comincia un sodalizio durato tre pellicole con l’attore Viggo Mortensen, diventato in pochissimo tempo attore feticcio del cineasta.
A Dangerous Method, il manifesto teorico di David Cronenberg
Questa collaborazione continuerà anche in A Dangerous Method, forse uno dei film meno riuscite di David Cronenberg, ma quella che espone in maniera più schietta e diretta il suo pensiero. La pellicola, si presenta come un titolo minore del regista, ma riesce a chiarirne definitivamente il pensiero. Ad essere analizzato e il rapporto malato tra Jung, Freud e la paziente Sabina Spielrein. I due psicanalisti interpretati rispettivamente da Viggo Mortensen e Michael Fassbender, attraverso i loro comportamenti e le loro teorie mettono in mostra la totale inadeguatezza di alcuni approcci scientifici alle malattie mentali. Durante la narrazione vengono esposti tutti i limiti dei nostri protagonisti: dalla mitomania di Freud, passando per il rapporto ossessivo tra Jung e Sabina.
Nel corso della sua carriera Cronenberg ha conquistato il titolo di regista in grado di analizzare la psiche e la mente umana come nessuno mai è riuscito a fare nella storia del cinema. Tutt’ora rimane un regista rivoluzionario, con i suoi pro e i suoi contro.