Un altro anno sta volgendo al suo termine. Di certo non c’è bisogno di ricordare quanto questi ultimi dodici mesi si siano dimostrati deleteri. A rammentarcelo non mancano i media. Oltre alle cicatrici che ognuno di noi porta addosso. Dunque, cosa augurarci per il 2021? La risposta più in auge grida al ritorno alla tanto agognata normalità. Qualcuno auspica di potersi abbracciare senza paura. Sperando che un giorno “Danzeremo ancora insieme“.
“Danzeremo ancora insieme”: di che cosa stiamo parlando?
Non si tratta di un semplice augurio per l’anno che verrà. Stiamo parlando del primo cartone animato firmato MAD Entrateinment. Il protagonista del corto è uno dei ballerini più famosi al mondo. Roberto Bolle. Il lavoro è opera del regista Francesco Filippini. La scelta del personaggio principale non è casuale. Questo celebre danzatore italiano rispecchia la forza e la resilienza proprie dell’animo umano. <<Con lucidità, tenacia e determinazione. Darsi alla danza in maniera totalizzante ha significato non cedere alla sconforto e non cambiare strada quando ogni indizio consigliava di abbandonarla. Siamo esseri umani: abbiamo alti e bassi. Per resistere ai secondi mi sono dovuto dare un’impostazione mentale. Nel mio mestiere la cura del corpo è fondamentale, ma senza la testa non vai da nessuna parte>>. Sono queste le parole che Roberto Bolle rivolge a Vanity Fair durante un’intervista riguardante “Danzeremo ancora insieme”.
Ci troviamo dunque di fronte a un esempio di forza. A una persona capace d’individuare quella luce che rischiara il suo buio. A riconoscerla come minuscola. E di conseguenza, ingrandirla. Fino a farla divenire la sua ancora di salvezza. Sebbene la debolezza sia comunque un lato dell’animo umano, “Danzeremo ancora insieme” vuole fare leva sulla potenza della mente umana. Quella che, mai come quest’anno, si è dimostrata di fondamentale importanza. Non si tratta di denigrare la fatica. L’arrendevolezza. Piuttosto, di spronare gli spettatori e le spettatrici ad aggrapparsi alla vita. A viverla. Senza permettere che questa ci passi di fronte sfiorandoci giusto minimamente.
L’intento di questo corto
La danza è una disciplina che richiede costanza. Per diventare bravi/e ballerini/e è necessario allenarsi quotidianamente. Imparare a convivere con la stanchezza e la fatica. Magari rinunciare ad altri impegni. Mettendo al primo posto la pratica. Non trovate alcuna assonanza con questo scenario? Non solo questo principio vale per qualsiasi altra attività nella quale si desidera eccellere. Ciò si rispecchia nella vita di tutti i giorni. Nelle nostre emozioni. In quella felicità alla quale tutti aneliamo. Non si diviene sereni dal giorno alla notte. Non si comincia ad apprezzare il proprio fluire in un battito di ciglia. Ci vuole allenamento. Costanza. Fatica. Si deve addestrare la propria mente a guardare i lati positivi dell’esistenza. Anche quando possono definirsi minimi rispetto a quelli negativi. È proprio questa l’ideologia che caratterizza “Danzeremo ancora insieme”.
L’idea nasce dalla fatica di questi mesi. Dalla sofferenza. Da quel peso che tutti noi ci portiamo dentro, poiché preoccupati per quando ci si potrà finalmente rialzare. I personaggi di questo cartone ci raccontano che risollevarsi è un gesto personale. Per quanto la situazione esterna sia limitante, tocca a noi agire. Prendere in mano le redini della nostra vita. Non sarà un nuovo DPCM a restituirci la serenità. Lo sarà il nostro modo di accettare questo buio. E di riorganizzarlo. Solo allora, per l’appunto, danzeremo ancora insieme. Passo dopo passo.
Perché proprio la danza?
<<Ho pensato a tutte le difficoltà del diventare un ballerino e alle difficoltà che noi tutti stiamo vivendo in questo periodo per uscire dalle avversità. Ho voluto usare il linguaggio della Slam Poetry, una poesia scritta di pancia, immediata. Tutti questi elementi, insieme, possono arrivare a diventare un’opera soltanto attraverso il sogno la speranza e la costanza>> Sono queste le dichiarazioni che si registrano rilasciate da Francesco Filippini. La scelta della danza non è casuale. Si tratta infatti di uno sport ancora troppo idealizzato. Innanzitutto, il più delle volte associato alla figura femminile. Si guarda ancora troppo di frequente il ballerino uomo come un’eccezione. E magari lo si giudica, sputando sentenza sul suo orientamento sessuale. Come se quest’ultimo fosse un problema. È infatti peculiare la decisione di Roberto Bolle come protagonista del corto.
Dobbiamo inoltre ammettere che in genere la danza è riconosciuta per la sua leggiadria. Per la sua eleganza. Tuttavia, dietro quei plié e quelle giravolte, si cela un universo sconosciuto a molte persone. A chi non ne fa parte. Si parla di fatica, come dicevamo prima. Di sfide da superare. Di rinunce. Tutte analogie che rispecchiano gli ultimi mesi che abbiamo vissuto. “Danzeremo ancora insieme” non è solo una promessa. Si tratta di una similitudine. Una volta che raggiungeremo la stabilità mentale, magari in ci dimenticheremo del percorso svolto per raggiungerla. Come se questa sofferenza dovesse essere cancellata a tutti i costi. Al contrario, è bene ricordarla. Imprimerla nella nostra mente. Affinché c’insegni. In modo da poter risorgere dal dolore.
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