Craig David: il ritorno alla drum’n’bass di una stella dell’R&B

Nonostante il successo internazionale di un tempo sia finito, Craig David continua a portare avanti la sua carriera, che nel frattempo si è tinta di un nuovo colore.

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Purtroppo è inutile negarlo: la musica R&B non ha mai davvero attecchito in Italia, se non nei pochi periodi in cui ha coinciso con le mode pop americane. Alcune eccezioni, però, ci sono, e non si tratta soltanto di artisti che hanno sempre tenuto un piede nell’R&B ed uno nel pop. A partire dalla fine degli anni 90 fino a buona parte degli anni 2000, Craig David ha infatti costituito un sicuro baluardo di questo genere in Italia, riuscendo come pochi prima e dopo di lui a mantenere per anni un grande successo nel nostro paese con questo genere musicale.

Un successo esploso a livello internazionale con il suo primo album “Born To Do It”, poi rimasto più o meno costante per anni, ha visto quindi Craig David imporsi come un vero baluardo dell’R&B in Europa. Certo, soprattutto all’inizio i suoi risultati siano stati positivi anche in USA, ma l’interprete britannico ha visto proprio nel vecchio continente il suo più grande bacino di vendite, un dato più unico che raro per un cantante che fa di uno dei generi più popolari in USA il suo cavallo di battaglia.

“7 Days”, il singolo più famoso in assoluto di Craig David

La sua anima artistica si era quindi spostata sempre di più verso questo genere, nonostante nell’album di debutto fosse presente anche un’altra anima: quello drum’n’bass/garage, genere storicamente più in voga in UK che nel resto del mondo e forse per questo messa da parte quando il suo nome è diventato forte sul mercato internazionale. Dopo anni, come spesso accade, il successo di Craig si è accartocciato fino a ridursi sul solo suolo natio: il suo nome manca dalle classifiche internazionali da anni ormai, mentre è rimasto più o meno sempre alto in quelle britanniche. Probabilmnte è anche per via di questa ragione che negli ultimi anni l’artista ha recuperato quella che era la sua seconda anima dimenticata e l’ha resa assoluta protagonista dei suoi ultimi lavori.

“Fill Me In”, singolo di debutto di Craig David, già mescolava perfettamente garage ed R&B

Fra collaborazioni nei singoli di noti produttori garage ed album quasi interamente incentrati su questo genere, in questo decennio Craig è passato dall’essere un’icona dell’R&B in Europa ad uno dei cantanti di punta della drum’n’bass in UK: un dato che ha sicuramente deluso molti suoi fan che lo seguivano principalmente per le sonorità black, ma che non ha sorpreso gli ascoltatori più attenti, che avevano già notato come questo genere fosse già presente proprio nel suo disco di maggior successo, per quanto spesso mescolato con l’R&B. Questo ha portato a singoli di successo come “Nothing Like This” e “When The Bassline Drops”, emblemi di una vera e propria rinascita artistica del cantante di “7 Days”.

Ora, a poco più di un anno dal suo ultimo album “The Time Is Now”, Craig è già tornato in scena proprio nel segno della drum’n’bass. Un primo passo c’era già stato già qualche mese fa con una cover di “Come Alive”, brano incluso nella fortunata colonna sonora del film “The Greatest Showman” che trova proprio nella versione di Craig delle influenze garage molto più marcate che nell’originale.

A questo ha lasciato poi spazio un nuovo primo singolo ufficiale, che anticipa probabilmente la pubblicazione dell’ottavo album dell’artista: “When You Know What Love Is”. Si tratta di una mid tempo potente ed energica che sa fare bene affidamento sulla meravigliosa timbrica di Craig e le sue ottime capacità interpretative, le quali enfatizzano alla perfezione il significato del testo e si adattano nel frattempo anche alla ballabilità del brano. Proprio grazie alle sue sonorità a metà strada fra pop e garage, il singolo riesce a far scaturire un’energia non indifferente anche senza un tempo non troppo veloce: un risultato che potrebbe funzionare in radio.

Negli ultimissimi giorni, Craig ha pubblicato anche due remix ufficiali del singolo, curati rispettivamente dai produttori Majestic ed Alex Aidar. Fra le due nuove versioni del brano, la prima è sicuramente la più appetibile sia per le discoteche che per le radio, e chissà che non possa ottenere risultati anche migliori rispetto all’originale: non sarebbe certo la prima volta che un remix fatto bene diventa la versione più famosa di un brano.

Che dire, per quanto il suo stile si sia trasformato negli anni, il talento di Craig resta enorme e la sua versatilità permette di apprezzarlo molto in tutti gli stili. Vedremo quando sarà rilasciato il suo nuovo album e se ci sarà posto anche per qualche chicca R&B che non scontenti i fan di questo genere musicale.

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