Il giudice Fernando Olguin respinge le ragioni di Spencer Elden per la seconda volta e dà ragione ai Nirvana, chiudendo al “caso Nevermind” le porte dell’aula di tribunale.
“Caso Nevermind”: perché Elden ha fatto causa ai Nirvana?
Il “Caso Nevermind” comincia quando il trentenne Spencer Elden decide di far causa ai Nirvana. Il motivo? Elden è il bambino che appare sulla copertina di Nevermind, iconico album della band di Cobain. Il piccolo Elden fluttua nell’acqua con un’espressione di meraviglia e appartenenza, mentre sembra inseguire una banconota infilzata su di un amo da pesca. Ebbene, quasi trent’anni dopo quello scatto, Elden ha pensato bene di querelare i Nirvana e una serie di persone coinvolte nel servizio fotografico. Tra queste figurano anche il responsabile artistico della Geffen Records, tale Robert Fisher, che ebbe l’idea di organizzare il servizio fotografico e il fotografo Kirk Weddle. Una mossa, quella di Elden, che giunge inaspettata e cozza con le dichiarazioni al Guardian del pittore statunitense. Elden disse che quello scatto gli aveva portato fortuna, aiutandolo a diventare un artista. Aveva poi aggiunto che tutti ci avevano guadagnato un mucchio di soldi, tranne lui.
“Caso Nevermind”: la decisione del giudice Olguin
Nel gennaio scorso un giudice aveva già respinto le ragioni di Elden. Il pittore che appare sulla copertina di Nevermind sosteneva che quella foto gli avesse procurato “danni permanenti”. Il legale di Elden, Margaret Mabie, aveva parlato di “atti sessuali a fini commerciali”. Dopo una prima decisione avversa, la Mabie ha deciso di ripresentare il ricorso con qualche modifica. L’accusa di traffico sessuale di minori è scomparsa, ma le altre contestazioni restano, come resta invariata la richiesta di danni: 150.000 dollari per ognuna delle parti coinvolte. Fernando Olguin, il giudice che ha esaminato questo nuovo ricorso, ha respinto ancora una volta le accuse. Sarebbe passato troppo tempo tra la scoperta del reato e la richiesta di risarcimento. Bisognava presentare ricorso entro dieci anni.
La risposta di Margaret Mabie
Margaret Mabie, legale di Elden, non ci sta e dichiara a Rolling Stone US che farà presto appello. Secondo la Mabie, il giudice ha interpretato erroneamente la legge, andando contro 15 anni di precedenti legislativi che viaggiano in senso opposto. Inoltre Elden era solo un bambino, all’epoca dello scatto, e per lui era impossibile liberarsi da quello stato di vittimizzazione.