Brendan Fraser: “Ho dovuto imparare a muovermi in un modo nuovo”

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Brendan Fraser:

THE WHALE di Darren Aronofski e scritto da Samuel D. Hunter, è il film in concorso di oggi nella 79/a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che è stato applaudito alla prima stampa, con un Brendan Fraser irriconoscibile, dal peso di oltre 200 kg.

Di cosa parla The Whale?

The Whale, il film diretto da Darren Aronofsky, è la storia di Charlie (Brendan Fraser), un professore d’inglese che soffre di grave obesità e tenta di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente, che si è allontanata da lui, per cercare un’ultima possibilità di riscatto.

Darren Aronofsky

“Il cinema può metterci in contatto con gli altri, indipendentemente da quanto possano apparirci diversi in superficie – dice Aronofski al Lido. Le persone che lottano con l’obesità sono spesso giudicate, respinte ed etichettate. Quando otto anni fa ho visto lo spettacolo di Sam Hunter, mi sono meravigliato della profondità dei suoi personaggi, soprattutto di Charlie, e mi è venuta l’ispirazione di usare il grande schermo per mettere il pubblico nei suoi panni, per immergermi nei suoi pensieri più profondi, nei suoi rimpianti e nelle sue speranze. Ma avrei trovato il mio Charlie? Avevo bisogno – continua il regista, di un grande talento che potesse risplendere attraverso il trucco, un attore con un cuore immenso e un’anima pura. Non appena incontrai Brendan, capii immediatamente che lo avevo trovato. In lui c’è qualcosa di ineffabile che dà vita al personaggio e ci trasporta, mente e cuore, in tutto il suo mistero”

Brendan

“Non vedo l’ora di vedere la reazione del pubblico, se sarà così profonda come lo è stata per me“. e ancora parlando del peso che ha dovuto raggiungere “ho dovuto imparare a muovermi in un modo nuovo, ho sviluppato muscoli che non sapevo di avere anche sentendo vertigini a fine giornata quando i dispositivi venivano rimossi. Quest’esperienza mi ha fatto apprezzare chi ha quei corpi perché bisogna essere forti fisicamente e psicologicamente per abitare quello spazio fisico”.

Foto: per gentile concessione Gianni Facca

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