BOLOGNA VIOLENTA: Il progetto
BOLOGNA VIOLENTA è un progetto nato nel 2005 da un’idea di Nicola Manzan, musicista trevigiano che da allora ha pubblicato sotto questo pseudonimo sei album, vari ep, split e remix. La proposta musicale è sempre stata caratterizzata da sonorità estreme e da composizioni molto brevi eseguite con chitarra elettrica, archi e batteria elettronica, ma negli anni ha subito una forte evoluzione fino ad arrivare all’Ep Cortina in cui le chitarre sono state sostituite dal violino.
Il nuovo album intitolato Bancarotta Morale è un ulteriore passo avanti nella ricerca di sonorità non usuali, ed è la conseguenza naturale di quanto pubblicato fino ad oggi.
Le tematiche affrontate, da BOLOGNA VIOLENTA, sono per lo più riferite ai drammi della vita, al forte contrasto tra l’essere umano e il mondo che lo circonda, ma soprattutto al difficile rapporto tra gli esseri umani stessi. Nel 2015 il progetto è diventato un duo con l’ingresso in formazione di Alessandro Vagnoni come batterista dal vivo e polistrumentista in studio.
Il progetto BOLOGNA VIOLENTA è stato materia d’esame nel corso di Arte digitale all’Accademia di Belle Arti di Venezia e presso la stessa sede è stato anche presentato il progetto The Sound of…, in cui i pezzi di quaranta discografie diverse vengono fatti suonare simultaneamente.
Bancarotta Morale: Un album, un concept
Musicalmente il disco è la naturale evoluzione di quanto proposto fino a oggi, anche se il risultato finale presenta sonorità e atmosfere che evocano mondi molto lontani da quelli degli esordi.
La prima parte è caratterizzata da brani veloci e molto brevi in cui viene sviluppata la formula del precedente Ep Cortina con l’uso di violino, batteria e bass pedal, a cui si aggiunge un armonium elettrico a fare da contrappunto melodico.
La seconda è composta da un unico brano nato da un’improvvisazione all’organo, successivamente arrangiata con archi, sintetizzatore, armonium e campionamenti. Il risultato è una sorta di colonna sonora per un flusso di pensiero: dopo i primi minuti di stasi, le atmosfere cambiano rapidamente, spostandosi da momenti di apparente serenità ad altri più dichiaratamente claustrofobici, in cui la melodia viene soffocata da cluster di armonium.
Il concept si sviluppa all’interno di cinque diversi capitoli musicali accompagnati dal racconto di altrettante vicende di reale “bancarotta morale”; storie che vengono da un passato non molto lontano e che possono far rabbrividire, ma che in qualche modo riescono anche a far sorridere.
Nel 2019 è uscito il documentario Uno Bianca – Mirare allo Stato in cui la colonna sonora è composta da brani tratti dai dischi pubblicati tra il 2010 e il 2016.
Nicola Manzan è un violinista, polistrumentista e produttore trevigiano.Ha lavorato in studio e dal vivo con artisti italiani ed internazionali, tra cui Baustelle, Ligabue, Lo Stato Sociale, Fast Animals and Slow Kids, Il Teatro degli Orrori, MezzoSangue, Ronin e molti altri.
Alessandro Vagnoni è un batterista, polistrumentista e produttore fermano. Ha collaborato in passato con band death metal quali Infernal Poetry, Dark Lunacy, Resurrecturis ed altri progetti. È inoltre batterista della band Ronin, chitarrista e compositore del progetto Bushi, polistrumentista nella one-man-band Drovag e attivo come turnista live e tecnico del suono.
L’album è disponibile in diversi formati ed è preordinabile a questa pagina
- Vinile Gatefold Nero
- Vinile Gatefold Oro (edizione limitata di 50 pezzi)
- Vinile Gatefold Argento (edizione limitata di 50 pezzi)
- Vinile Gatefold Marble Oro/Argento (edizione limitata di 50 pezzi)
- Digipack CD
- Musicassetta
- Digitale
Tracklist
Prologo
01 – Estetica morale
Il Truffatore
02 – Gli Affari
03 – Il Santo
04 – La Scuola
Nato a Torino da una famiglia devota, Manuele Bruni era solito seguire una naturale inclinazione che lo portava a percorrere strade assai poco virtuose. Il destino fu indulgente e gli diede sempre la possibilità di rifarsi una vita onesta, ma l’amore per il denaro lo portò a truffare molte persone da cui si faceva consegnare ingenti somme con la falsa promessa di ricavarne un lauto guadagno.
Il suo pellegrinaggio nel malaffare iniziò durante la Seconda guerra mondiale, quando fu incaricato di reperire le derrate alimentari dell’esercito: da subito avviò un commercio clandestino, ma venne scoperto e trasferito al fronte. Riuscì però a disertare e si trasferì a Napoli, dove si dedicò alla moda diventando un personaggio molto rispettato dalla nobiltà locale. La sua permanenza nella città partenopea durò inevitabilmente poco e si vide costretto a fuggire nella Parigi occupata dai nazisti dove, oltre a svariati traffici illeciti, diede inizio a un commercio clandestino di champagne e caviale per soddisfare i piaceri della Wermacht.
Nel dopoguerra, braccato da mezza Europa, si trasferì in un piccolo paese spagnolo dove viveva un monaco in odore di santità, venerato dalla popolazione locale e da politici influenti. Si avvicinò umilmente al religioso abbandonando la mondanità e ripulendo la sua immagine, diventando il suo più stretto collaboratore.
Fece ricomparire il suo tesoro nascosto e lo utilizzò per fondare una scuola cattolica privata di musica e arti minori che ancora oggi, nonostante tutto, porta il suo nome.
La Banda Przyssawka
05 – Il Ladro
06 – Il Picchiatore
07 – Lo Stupratore
08 – Il Baro
La
banda Przyssawka, attiva nei primi anni ‘30 a Oława, in Polonia, era
composta dai fratelli Oleg e Calin Yaroslaw e da due cugini, Assan e
Harbin Imeri.
Il primo era un ladro, naturalmente dotato ma addestrato dalla miseria e dalla necessità. Il secondo era un picchiatore, spesso a supporto delle malefatte del primo nonché del terzo, Calin, detto “il baro” perché si dilettava fin da piccolo nel gioco delle tre carte. L’ultimo, Harbin, quello con l’attività meno
remunerativa, si macchiò di innumerevoli crimini sessuali: nonostante
tutto, incredibilmente, non fu né legalmente perseguito, né giustiziato.
La
guerra crea sempre scompiglio e anche i terribili di Oława ripararono
verso lidi più sicuri: ironia volle che la strada, un tempo il loro
trionfale palcoscenico di terrore, diventasse la loro ultima spiaggia.
Le cronache del tempo, infatti, parlano di tre bislacchi individui che,
vestiti da orso polare, uomo delle caverne e mangiatore di serpenti,
intrattenevano i bagnanti sulle rive del Mar Nero in Georgia, offrendo
loro, per qualche soldo, di scattare una foto insieme. Il sedicente
fotografo, conosciuto col nome di Tariel Moghalateshvili, altri non era
se non Harbin, da sempre appassionato di pellicole e camere oscure.
La Famiglia Subiot
09 – La Sposa
10 – Lo Sposo
11 – La Fidanzata
12 – La cognata
13 – Lo psichiatra
La storia di questa famiglia si svolge a Badia Polesine, paese nella bassa e depressa pianura veneta. Quest’area
geografica non si è mai distinta per ricchezza economica, né per
brillantezza morale e la suddetta famiglia non faceva eccezione: il suo
nome era infatti sinonimo di disonestà e malaffare.
Nel secondo dopoguerra, i Subiot giunsero agli onori della cronaca per una vicenda triste e controversa: Mauro, l’unico figlio maschio rimasto scapolo, un trentenne nullafacente dedito all’alcolismo e al sesso a pagamento, decise di cercare una moglie tanto ricca di denari, quanto povera nell’intelletto.
La trovò nel 1952 in Cesarina Boarolo: la donna si era distinta in
paese per un grave ritardo mentale che la portava a passare la maggior
parte del tempo in parrocchia con don Giorgio, un prete padovano che non
le risparmiava gentilezze e attenzioni. Mauro, con l’aiuto della cugina (nonché fidanzata) Argentina e della sorella Teodora, riuscì nell’intento
di strapparla dalle mani del parroco e a sposarla nel giro di pochi
mesi, ereditando così un discreto patrimonio costituito da un grande
casolare in campagna e da alcuni terreni sulle rive del fiume Adige.
Rilevante fu l’aiuto
dello psichiatra della giovane, tale Silvano Pavan: in cambio di una
modesta somma in denaro, il medico convinse la malcapitata a convolare a
nozze con il bel Mauro, che ben sapeva quale sorte sarebbe toccata alla
sposa novella.
Cesarina
scomparve a distanza di poche settimane dal matrimonio e, dopo alcuni
giorni di ricerca, fu ritrovata morta, incagliata in un canneto sulla
sponda del fiume.
La Becchina
14 – Sophie Unschuldig
Sophie Unschuldig nacque nel 1920 a Babenhausen, un paesino tedesco nell’Assia meridionale.
Unica figlia del conte Udolf (deceduto pochi mesi dopo la nascita della figlia durante una battuta di caccia), all’età di quindici anni si trasferì a Francoforte dove si dedicò appassionatamente al gioco d’azzardo finché, all’inizio
del secondo conflitto mondiale, si ritrovò ad aver sperperato gran
parte del patrimonio familiare. Rientrata nel paese natale, decise di
riprendersi il maltolto, a scapito della povera gente che abitava
intorno al castello di sua proprietà.
Grazie alla sua avvenenza, circuì e truffò
un gran numero di contadini e piccoli allevatori, facendoli innamorare
di lei con la promessa di farli diventare il futuro conte di
Babenhausen. Con contratti capestro si fece intestare tutto ciò che gli
uomini avevano in loro possesso. Dopo la firma del contratto, la giovane
Sophie li conduceva nel castello con la promessa di matrimonio, che si
trasformava regolarmente nella morte dei poveracci caduti nel perfido
tranello.
Sophie scomparve nel 1944, forse alla ricerca di nuove fortune. Si diceva che fosse diventata l’amante
di un gerarca nazista, ma altre voci riportavano con certezza che si
fosse ritirata in un convento della Francia meridionale.
Nel
piccolo parco adiacente al castello, negli anni successivi, furono
ritrovati sepolti i corpi di quaranta uomini che erano scomparsi durante
gli anni in cui Sophie era ritornata a Babenhausen.
Oasi Morale
15 – Fuga, Consapevolezza, Redenzione
Le storie raccontate in questo disco sono vere e se vi sembrano moralmente inaccettabili è perché molti comportamenti degli esseri umani sono inaccettabili.
La nostra intenzione non era quella di addolcire la verità, ma di riferirla obiettivamente.
Credits
Nicola Manzan: violino, viola, violoncello, armonium, bass pedal, sintetizzatori, organo, chitarra acustica, chitarra portoghese, ventilatore.
Alessandro Vagnoni: batteria, percussioni, campionamenti.
Composto e arrangiato da Nicola Manzan e Alessandro Vagnoni.
Registrato da Nicola Manzan al Rondinella Studio (Crocetta del Montello, Treviso). Batterie registrate da Matt Bordin all’Outside Inside Studio (Volpago del Montello, Treviso).
Mixato
da Alessandro Vagnoni al Plaster Productions (Porto San Giorgio,
Fermo). Masterizzato da Sergio Pomante al Noiselab (Giulianova, Teramo).
Ricerca storica e testi di Nicola Manzan e Silvia Brigato, revisione di Francesco Locane.
Concept grafico di Nicola Manzan e Silvia Brigato. Grafica esecutiva di eeviac.