Si può raccontare uno dei crolli finanziari più importanti del ventesimo secolo in maniera totalmente innovativa? Black Monday è la risposta più semplice a questa domanda. Una black comedy, in grado non solo di ironizzare su tutti i vizi e le cattive abitudini del mondo della finanza, ma anche di raccontare, finalmente, qualcosa di nuovo. La serie, prodotta da Seth Rogen, Evan Goldberg e Don Cheadle è politicamente scorretta,cattiva, sopra le righe, non adatta a tutti ma con un’anima fortemente riconoscibile.
Black Monday: trama
Black Monday segue le vicende di Maurice Monroe (soprannominato Mo), fondatore del Jammer Group, e del suo gruppo di dipendenti durante il Lunedì nero del 1987. Tra cocaina, spese folli e un passato non chiaro il personaggio di Mo, è la rappresentazione della Wall Streep violenta e viziata. Sfrutta qualsiasi persona a proprio vantaggio, pur di arrivare ad un guadagno o a una situazione a lui favorevole. Accanto a lui, troviamo Dawn, vecchia fiamma di Mo e trader capace e preparata che si ritrova a dover combattere in un mondo fatto di uomini. A complicare ulteriormente la situazione è l’arrivo di Blair Pfaff, giovane ingenuo e insicuro che cerca di sfondare nel mondo di Wall Street. In realtà il vero centro della narrazione diventerà Blair e la sua evoluzione dolce ed ingenuo dipendente a arrogante e imprevedibile uomo di Wall Street.
Grandi interpretazioni ma temi poco approfonditi
Sotto un certo punto di vista, a reggere Black Monday, carente in alcuni elementi , sono le interpretazioni di altissimo livello dei tre protagonisti. Don Cheadle, Regina Hall e Andrew Rannells dominano la scena, con tre personaggi doppiogiochisti e calcolatori quasi allo stesso livello. Il problema prima stagione, è l’ incapacità di approfondire i temi. I personaggi, costruiti in maniera ottima, riescono a far affezionare lo spettatore molto velocemente,nonostante non siano molto approfonditi. Anche un tema importante come quello delle dipendenze, non viene analizzato a dovere, ma usato solo per una linea comica che diverse volte rischia di scadere anche nella volgarità. Altro tema utilizzato come un semplice escamotage narrativo è quello dell’ omosessualità, utilizzata come semplice mezzo di ricatto.
Blair e Dawn: evoluzione o involuzione?
Ciò che mantiene alto l’ interesse dello spettatore è proprio l’evidente evoluzione (o involuzione) dei tre protagonisti. Più volte, la regia cerca di farci notare questo particolare riproponendo situazioni o inquadrature. Ad affascinare di più sono sicuramente gli archi narrativi di Blair e Dawn. Entrambi sembrano essere schiacciati dagli eventi, ma in realtà, prendendo consapevolezza di loro stessi si riveleranno più spietati e senza scrupoli di quello che potrebbero sembrare.
Black Monday e il racconto degli anni 80
Black Monday riesce comunque a mantenere il ritmo molto alto, attraverso una narrazione a capitoli molto scorrevole e piccoli indizi disseminati qua e là che stimolano lo spettatore. Essendo una serie ambientata in pieni anni 80, è ottima la ricostruzione storica, non solo attraverso luoghi o abbigliamento, ma anche negli atteggiamenti, nel modo di parlare o in citazioni della cultura pop. Divertenti le continue frecciatine alla politica di Reagan, oppure le citazioni cinematografiche sparse. Questi primi dieci episodi, sono sembrati, più che altro, un modo per gettare le basi a future stagioni, nel quale potremmo approfondire maggiormente alcuni aspetti su determinati personaggi. Negli Stati Uniti, la seconda stagione è andata in onda all’ inizio del 2020. In Italia, probabilmente dovremmo aspettare il 2021.
Black Monday: dove vederlo?
Dopo la messa in onda su Showtime negli Stati Uniti,la prima stagione di Black Monday è attualmente disponibile in italiano su Sky On Demand e NOW TV.