Bangla è tratta di un film edito nel 2019. E’ un’opera prima di Phaim Bhuyian, regista italiano di origini bengalesi che fa di questa sua opera una parziale autobiografia.
Il cast di Bangla
Per quanto riguarda il cast, il film include lo stesso regista nel ruolo del protagonista (Phaim, appunto); per il resto, troviamo: Carlotta Antonelli, Alessia Giuliani, Milena Mancini, Simone Liberati e Pietro Sermonti. Il film si incentra soltanto in parte sulla vicenda dell’immigrazione, tocca temi come l’essere italiano ma figlio di immigrati, il disagio sociale che può conseguire dall’appartenere ad un’etnia non propriamente europea ed altre tematiche del genere, ma non ci si sofferma appieno. La scelta artistica è quella di narrare una normale storia di un ragazzo qualsiasi, che si innamora per la prima volta ed inizia a vivere la sua vita: determinate tematiche sono quindi soltanto sfiorate, salvo entrare poi nel fulcro della vicenda soltanto come conseguenza di una classicissima infatuazione adolescenziale.
Trama e analisi di Bangla: una riuscita commedia sentimentale che va oltre, ma in maniera velata
La trama di “Bangla” è la seguente: Phaim è un giovane musulmano di origini bengalesi ma nato in Italia e, di fatto, italiano. Vive con la sua famiglia a Torpignattara, un quartiere multietnico di Roma: il suo lavoro si svolge in un museo ed il suo principale hobby è la band musicale di cui fa parte. Subito dopo uno dei suoi concerti, il ragazzo incontra Asia: tra i due scatta una forte passione e Phaim dovrà fare di tutto per mediare tra questa nuova esperienza e la principale regola dell’islam, la completa castità al di fuori dal matrimonio.
Come anticipato, quindi, l’essere un immigrato di seconda generazione è soltanto un elemento di contorno che diventa centrale soltanto in funzione di un’altra tematica: l’amore. La critica ha generalmente apprezzato molto quest’impostazione, che con un fare autobiografico mette in scena principalmente un sentimento di disagio nell’interazione con l’altro sesso che riguarda in realtà molti giovani, e non solo: una scelta artistica che permette a molti di rispecchiarsi in alcune delle tematiche trattate, e che aiuta dunque a far passare un potente messaggio d’integrazione senza dover affrontare la tematica in maniera molto diretta – operazione a mio avviso più efficace di mille discorsi progressisti.
Di seguito il trailer di Bangla
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