Attori a confronto. Simon Callow incontra Derek Jacobi

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Le leggende del teatro Simon Callow e Derek Jacobi si confrontano in un dialogo introspettivo ripensano al lavoro svolto con Laurence Olivier, al dolore delle recensioni pungenti, al rapporto con la fama e alla gioia di una bella corsa nel mondo della recitazione.

A quando risale il primo incontro tra Derek e Simon?


Derek Jacobi e Simon Callow si sono incontrati per la prima volta all’Old Vic di Londra. Jacobi stava calcando la scena con Laurence Olivier, Peter O’Toole e altri grandi della neonata compagnia del National Theatre. Il giovane Callow lavorava al botteghino. Oggi si rincontrano dopo tanti anni vissuti sui palcoscenici dei maggiori teatri londinesi. Inizia Simon a parlare rimembrando a Derek del loro incontro nel cast di Kenneth Branagh per lo spettacolo Romeo e Giulietta, in cui Jacobi interpretava Mercuzio mentre Callow era Benvolio. Ma in realtà il giovane Simon aveva già conosciuto o meglio visto all’opera Jacobi quando quest’ultimo recitava a teatro con Laurence Oliver al teatro nazionale Old Vic presso il quale Simon lavorava come venditore di biglietti. I due si soffermano quindi a parlare di quegli anni, definibili come gli anni d’oro del teatro britannico.

Gli inizi teatrali di Simon e Derek

Inizia Derek raccontando la sua primissima produzione ”Peter O’Toole’s Hamlet”, diretta da Laurence Olivier presso il National Theatre. Nella quale Jacobi interpretava, alla tenera età di 25 anni, Laerte. Era il 22 ottobre 1963. Quest’ultimo ricorda poi di essersi sentito in soggezione ma anche al settimo cielo per quel ruolo tanto importante eseguito su uno dei palcoscenici più famosi d’Inghilterra. Simon chiede allora all’amico attore come mai sia tornato a recitare ancora una volta in Romeo e Giulietta per una versione hi-tech filmata in isolamento a causa del Covid19. Jacobi racconta di averlo fatto in quanto, il prologo, da questo recitato, è stato fatto interamente nel soggiorno di casa dell’interprete, attraverso una produzione su schermo verde che fa sembrare di essere a teatro. Sul tema si aggrega anche Simon il quale racconta: ” È incredibile quanto sia facile ora fare queste cose. La BBC mi ha chiesto di filmarmi mentre giravo i sonetti di Shakespeare per la loro serie Culture in Quarantine. Ho scelto una mezza dozzina di sonetti più o meno. Nessuno ha scritto sul tempo in modo più eloquente di Shakespeare e durante questa pandemia, il tempo è diventato una preoccupazione per tutti noi. Ho attaccato un piccolo treppiede al mio smartphone, che è incredibilmente versatile”.


Shakespeare in scena a Teatro


Le difficoltà odierne per i teatri


Dietro questa divertente parentesi però Simon e Derek due si confrontano sulla crisi del teatro nata in conseguenza alla pandemia e al lockdown mondiale che ha costretto il mondo della recitazione a fermarsi drasticamente. Queste le parole di Jacobi sull’argomento:
‘Non riesco a vedere i teatri riaprire quest’anno. È un disastro. Il teatro e le arti in generale non riguardano solo l’intrattenimento, ma forniscono un’enorme spinta finanziaria al paese”. Seguite da quelle di Simon: ”È devastante per le persone che si stanno diplomando alla scuola di recitazione, avendo seguito i loro corsi online, il che è una sorta di impossibilità per gli attori. Connettersi gli uni agli altri, stare insieme, rispondere alla presenza fisica dell’altro: questo è agire. Questa è una situazione da incubo. I direttori di scena stanno lasciando la professione, così come altri con anni di esperienza. Pensa alle persone che realizzano i costumi, le scenografie e gli oggetti di scena”.

Gli inizi a teatro per i due attori

Derek racconta di aver iniziato a recitare quando ancora era a scuola grazie a un maestro di inglese che lo spinse a questo amore. Il giovane attore è poi andato all’Università di Cambrige dove ha continuato a recitare fino a quando non è stato notato dai big di Birmingham che a seguito di audizione lo hanno accettato nella loro compagnia. Simon racconta invece di aver preso la passione per il teatro da sua nonna, che da giovane cantava nel coro. L’attore racconta che quando era piccolo si vestiva con abiti teatrali insieme a lei inventando spettacoli. Simon continua dicendo: ‘‘Mi sono innamorato del teatro da adolescente. Ho speso ogni centesimo che avevo per andare a teatro, ho letto ogni libro che potevo su di esso. Ero ossessionato dal National Theatre all’Old Vic. Tutti nell’edificio sembravano davvero preoccuparsi di ciò che accadeva su quel palco. Non avevo alcun pensiero nella mia testa sull’essere un attore, ma volevo lavorare per un’organizzazione come quella. Così ho scritto a Sir Laurence una lettera su quale meraviglioso teatro stesse dirigendo. Ha risposto per posta e ha detto ”se ti piace così tanto, perché non vieni a lavorare qui?” Così sono andato a lavorare al botteghino”.

I ruoli ”sbagliati” di Simon e Derek


Jacobi racconta poi di aver ” sbagliato” ad interpretare il ruolo di Macbeth a Stratford nel 1993. Non era bravo in quel ruolo e non riusciva a trovare un modo per riuscire. Simon confessa allora che nel 1979 era stato scelto per il ruolo di Orlando in ”As you like it” al National Theatre. La gente si aspetta che Orlando fosse una cosa meravigliosa. Ma la recensione radiofonica lo aveva descritto come ”manchevole di fascino” . Derek allora confessa di aver passato anni a non leggere recensioni perché ”o ti lodano fino al cielo o ti maledicono. Ho interpretato Cyrano de Bergerac al Barbican per l’RSC nel 1983 ed è stato un enorme successo. Il giorno dopo ho trovato una copia del Times nelle mie mani. Irving Wardle era allora il critico del Times. Ho pensato, lo leggerò perché ieri sera è stato sensazionale. Il critico ha però detto che una volta in un decennio arriva un attore nato per interpretare Cyrano de Bergerac – e Derek Jacobi non era quell’attore. Da allora non ho letto una recensione!”.

Il rapporto degli attori con la fama

Jacobi confessa: ”ho sempre cercato di evitare il lato celebrità di quello che faccio. La mia personalità fuori dal palco è piuttosto timida, ecco perché non ho potuto fare Macbeth. Non cerco i riflettori. Finché la fama mi tiene al lavoro va bene, ma non riesco a vedere nessun altro uso per questo davvero”. Conclude Simon dicendo: ”Quanto alla fama, non mi sono mai sentito famoso. Non finanzieresti un film a mio nome. Onestamente davvero non avevo affatto il senso di una carriera. Ammiro profondamente quegli attori che hanno pianificato in una certa misura le loro vite e carriere. Non sono stato in grado di farlo. Se qualcosa mi capita e mi emoziona lo faccio”.

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