Ariana Grande: “Sweetener” il nuovo album – Recensione

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Dopo anni di studio, Ariana Grande ha trovato la sua vera voce.

Ariana Grande si è consolidata tra le donne più potenti, talentuose ed influenti della musica pop con “Sweetener”, il suo lavoro più dinamico fino ad oggi.

L’album, uscito lo scorso 17 agosto è stato prodotto in parte da Pharrell Williams e Max Martin, i cui talenti unici apportano un senso di spigolosità e creatività ad ogni traccia del nuovo album. Ma Sweetener non sarebbe nulla senza la voce impeccabile di Ariana e delle armonie contenute in ogni brano.

Nella traccia che apre il nuovo lavoro discografico, “Raindrops (An Angel Cried)”, Ariana canta a capella. Isolato da qualsiasi produzione, la traccia dà il tono a Sweetener, che porta gli ascoltatori in un viaggio attraverso la sua vita amorosa e le emozioni tumultuose dopo il bombardamento al suo concerto del 2017 all’interno della Manchester Arena.

Con Sweetener , Ariana rivendica il suo spazio artistico e dimostra di essere qualcosa di più di una fabbrica di musica usa e getta. Esplora e padroneggia la strana via di mezzo tra il canto e il rapping su questo album, trovando nuovo potere nella sua voce lontano dalle sue tipiche vocalità anche in canzoni come “Blazed” in feat con Pharrell Williams e “The Light Is Coming” in coppia con la collega Nicki Minaj.

Ma la sua prodezza vocale non é assente all’interno di Sweetener , e nemmeno le belle sessioni di musica pop che così belle non ci si poteva aspettare da lei. Sembra quasi sbagliato scrivere questa recensione senza menzionare ogni canzone, in quanto ognuna è unica sia nel suono che nella storia, ma ci sono tre canzoni in particolare che definiscono veramente il progetto: “God is a Woman”, “Breathin” e “Goodnight n go.”

In “God is a Woman”, Ariana utilizza il suo intero registro vocale con testi che esplorano la divinità della sessualità femminile. La canzone è pop, un inizio coraggioso, un mix perfetto di melodie fluenti e testi che rendono il brano una combinazione vincente, che incorpora lo stesso trap sound, facendo appello ai vari angoli delle tendenze musicali odierne. Ha il potere della “Dangerous Woman” del 2016 ma, invece di concentrarsi sull’amore romantico, “God is a Woman” si concentra sull’assumere la proprietà del proprio potere sessuale.

Il tema dell’auto-proprietà continua in “Breathin”, una melodia ottimista che si concentra sulla gestione di situazioni difficili, ovvero l’ansia, di cui Ariana ha parlato pubblicamente dopo l’attacco di Manchester. I primi versi suonano così: “Alcuni giorni, le cose prendono troppa energia / guardo in alto e tutto gira intorno alla stanza“, sono estremamente risonanti come qualcuno che vive con ansia ogni giorno. La canzone è un inno per reclamare la propria forza e trovare supporto.

Un inno all’indisponibilità emotiva, “Goodnight and go” si distingue per i forti cambiamenti di ritmo. Si apre delicatamente e scivola in un beat per un primo verso dominante. Il pre-coro ritorna a quella dolcezza, con dolci testi che inevitabilmente cadono con quelle persone con le quali non hai la capacità emotiva di essere in una relazione. Il registro più alto di Ariana risplende in questa canzone, che si contrasta con il resto dell’album, dove esplora i toni più bassi.

Ariana Grande ha posto un tema di ottimismo in questo album, anche se per la prima volta si è discostata dalle copertine degli album in bianco e nero, ma ha comunque infuso ogni canzone con un messaggio potente. I brani enfatizzano la cura di sé, la fiducia in se stessi, le sane abitudini relazionali e alcuni come nei brani “Pete Davidson” e “Get Well Soon” si rivolgono anche direttamente ai pettegolezzi e alle notizie che riguardano la sua vita.

La sua crescita sia come artista che come persona sono evidenti in ogni nota all’interno di Sweetener . La sua volontà di esplorare e poi riuscire in quella esplorazione è iconica: questo album è indubbiamente il suo miglior lavoro discografico che abbia pubblicato. Voto 4/5

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