Ariana Grande viene da un 2019 molto positivo a livello commerciale: i numeri dei suoi ultimi singoli e delle sue recenti pubblicazioni più corpose hanno raggiunto livelli a cui non era mai arrivata prima, portandola più volte alla numero uno della Billboard Hot 100 in tempi molto brevi e permettendole di rilasciare ben 2 album in studio ed un progetto live nel corso di un solo anno. A questo grande successo, tuttavia, si accompagnano polemiche di vario tipo: in molti accusano la cantante di essere calata fortemente dal punto di vista qualitativo, ma quel che è peggio è che proprio una delle sue maggiori hit, la spumeggiante “7 Rings”, è costata alla cantante una querela per plagio.
7 Rings e le accuse di plagio: ecco cos’è successo
L’accusa è stata rivolta ad Ariana dal rapper Josh Stone, artista ben poco conosciuto presso il grande pubblico ma il cui nome può evocare una certa famigliarità per via della somiglianza con quello della cantante Joss Stone. Il brano che sarebbe oggetto di questo plagio si intitola “You Need I Got It”: stando a quanto è stato messo agli atti del processo, il singolo è stato creato nell’ormai lontano 2017, un anno prima che Ariana registrasse il suo singolo, ed il rapper afferma di aver fatto ascoltare a molte persone che lavorano nell’industria musicale la sua traccia. Fra le personalità citate dal rapper c’è anche il produttore Tommy Brown, collaboratore ricorrente di Ariana Grande che figura difatti anche fra i produttori del brano incriminato.
Nella querela si legge:
Ognuna delle 39 note che compongono 7 rings è identica alle 39 note che compongono you need it i got it dal punto di vista metrico. il ritmo e il posizionamento delle note e di parti del testo sono quasi completamente identici
Una causa che potrebbe diventare milionaria
Negli atti di causa si legge che “7 Rings” ha già generato un profitto di 10 milioni di dollari. Del resto i suoi numeri su Spotify e YouTube e nelle classifiche di vendita parlano chiaro: si tratta di uno dei brani di maggior successo degli ultimi anni, ed un’eventuale condanna costringerebbe la Universal ad un risarcimento astronomico nei confronti del rapper emergente. Non è la prima volta che una hit mondiale diventa oggetto di un’accusa di plagio, e casi recenti ci insegnano come anche star famosissime possano essere oggetto di condanne anche in seguito a querele presentate da artisti semisconosciuti. Vedremo come andrà a finire in questo caso specifico.