<<Una chiave si gira e le luci del quadro si accendono. La vibrazione della macchina e del suo conducente il momento prima che le ruote inizino a girare. L’eccitazione e l’incognita che regala ogni movimento quando ci allontana da qualcosa e ci avvicina a qualcos’altro…>>. Con queste parole – accompagnate da un breve video – l’artista romano, Niccolò Fabi, ha annunciato sui social il nono album di inediti – Tradizione e Tradimento – in uscita il prossimo 11 ottobre 2019.
Dopo la sua ultima esibizione live, il 26 novembre 2017 a Roma, Niccolò Fabi aveva dichiarato una “pausa” dalle scene che in molti hanno inteso come un vero e proprio addio alla musica. Ma l’artista ha subito smentito annunciando in seguito, a sorpresa, un tour invernale nei teatri, che partirà il primo dicembre dal Teatro Dante Alighieri di Ravenna e, dopo 18 date su e giù per l’Italia, si concluderà nel Teatro Regio di Parma, il 30 gennaio 2020: <<Si potrebbe considerare una specie di appuntamento al buio>>. “Tradizione e Tradimento” sarà un viaggio che riparte da “Una somma di piccole cose”, l’ultimo album di inediti pubblicato nel 2016, in cui certamente non mancheranno nuove emozioni fatte di musica e parole.
“Parole di Lulù”
In questi due anni di pausa Niccolò Fabi non ha smesso di dedicarsi al sociale. Infatti sono continuate le numerose attività della Fondazione Parole di Lulù, nata proprio per iniziativa del cantante romano e della sua ex compagna Shirin Amini in ricordo della loro bambina, Olivia, scomparsa il 3 luglio del 2010 a causa di una meningite fulminante, all’età di soli 2 anni: <<Parole di Lulù supporta e promuove progetti legati al mondo dell’infanzia attraverso il sostegno a strutture che tutelano la salute dei bambini e l’organizzazione di attività ludiche ed educative che ne accompagnino la crescita>>.
Nel 2010 – anno della sua fondazione – Parole di Lulù ha contribuito alla ristrutturazione del reparto pediatrico dell’ospedale di Chiulo in Angola, in collaborazione con la ONG padovana “Medici con l’Africa CUAMM“. In questi nove anni sono stati realizzati ben altri 8 progetti dedicati ai bambini, grazie soprattutto alle numerosissime donazioni: <<Non so neanche se oggi la chiamerei ancora così, la Fondazione: il motivo per cui continua Parole di Lulù non è continuare ad avere un rapporto con qualcuno che non c’è più. Eventualmente è rimanere attaccati a quello che noi abbiamo imparato grazie all’esistenza di qualcuno, ci permette di concretizzare qualcosa. Tutte le cose più importanti che ho imparato le ho imparate separandomi. Quindi non riesco a vedere una fine di qualcosa come qualcosa di negativo, che toglie dignità: non considero neanche il fatto che io e Shirin ci siamo lasciati come un fallimento, anzi a maggior ragione Parole di Lulù ha un ulteriore significato, in virtù di questo. Parole di Lulù è un sentimento, e quel sentimento per fortuna non è che si esaurisce>>.
Un’esperienza drammatica e di dolore che ha segnato profondamente Fabi e la sua carriera musicale. Un’esperienza che lo ha fatto crescere, facendogli scoprire che la fragilità è un punto di forza: <<La verità è che siamo un Paese di esseri umani con grandi entusiasmi, generosità, slanci. Un Paese sentimentale, che dà grandi prove di collettività nelle emergenze. Ma di fatto siamo solisti, non orchestre, imbrigliati fra i tanti cavilli burocratici>>.
Niccolò Fabi è un artista coraggioso, perché ci vuole tantissimo coraggio a lasciare parlare un dolore, a sfruttarlo e – come lui stesso più volte ha detto – a “trasformarlo”. Trasformare un dolore in amore vuol dire dargli un senso, un perché, senza vanificarlo. Vuol dire smettere di tormentarsi, diventando piuttosto un appoggio per il prossimo. Soprattutto, è un artista coraggioso perché ha saputo scavare a fondo nel suo dolore di padre per inseguire la bellezza.
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