Amy MacDonald ha già paura di diventare vecchia a soli 33 anni! Ma com’è possibile, vi starete chiedendo.
Sono passati 12 anni, il modo di fare musica è cambiata, ma la cantautrice è rimasta fedele a ciò che era e alla sua di musica.
«Media e discografici pretendono che le donne siano eternamente giovani»
Dal suo primo debutto del 2008 rieccola con The Human Demands: dieci tracce prodotte da Jim Abbiss.
«Le ho scritte prima della pandemia, il Covid è arrivato dopo e anche se ci ha costretti a interrompere i lavori sul disco per alcune settimane sono contenta di essere poi riuscita a tornare in studio».
Intervista alla cantante
Grazie a Raffaella Oliva della rivista Rolling Stone abbiamo qui riportato delle domande e risposte molto interessanti!
The Human Demands, è una canzone mozzafiato e tutti si chiedono quale sia il suo significato.
La canzone che dà il nome all’album è una riflessione sulla vita e sul dolore, e in particolare sul fatto che quando non stiamo bene pretendiamo troppo da noi stessi. Vogliamo essere sempre felici, vogliamo andare sempre alla velocità massima, ma forse è troppo: la vita è fatta di alti e bassi, è giusto combattere, ma è altrettanto importante saper accettare i momenti no e soprattutto riconoscere che non siamo perfetti.
Continua dicendo:
È da quando sono nel mondo della musica che mi sento giudicata e purtroppo quei giudizi riguardano spesso l’aspetto fisico. Il corpo delle donne viene spesso oggettivato e ovviamente più sei esposto più accade. Detto questo, oggi le critiche colpiscono un po’ tutti, qualsiasi cosa si faccia. Colpa dei social, basta farsi un giro su Instagram per rendersi conto di quanto questa tendenza a giudicare chiunque e qualsiasi cosa sia diffusa e metta sotto pressione i giovani: è come se dovessero sempre, costantemente, adattarsi a degli standard e non credo faccia bene.
Per quanto riguarda la sua paura d’invecchiare:
Ogni due secondi salta fuori roba nuova, è come se si fosse costantemente a caccia della next big thing, va tutto così veloce… In più essere donna rende l’idea del trascorrere del tempo ancora più difficile, perché è come se i media e l’industria discografica pretendessero un’eterna giovinezza. Ma insomma, si cresce, la vita è fatta di varie fasi e desidero davvero che i miei dischi riflettano il mio percorso come persona.
Il futuro è ormai duro d’affrontare… Abbattersi o non abbattersi?
Data la pandemia, non abbattersi. Anche se non è possibile fare programmi con la certezza di poterli realizzare: è questo l’aspetto più difficile. Avrei potuto rimandare la pubblicazione di The Human Demands, ma sono sempre in contatto con i miei fan via social e questo mi ha spinto ad andare avanti con ciò che avevo in programma: c’è sempre bisogno di musica.