American Horror Story: l’omaggio a Mindhunter

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American Horror Story: l'omaggio a Mindhunter

La nona stagione di American Horror Story è in corso. I fan hanno già riscontrato dei parallelismi con un’altra serie tv firmata Netflix.

L’omaggio a Mindhunter

La nona stagione di American Horror Story si chiama 1984. La serie ha appena reso omaggio a uno dei drammi polizieschi più famosi di Netflix: Mindhunter. Chi sta seguendo la serie di Ryan Murphy potrebbe aver capito il riferimento.

Il terzo episodio

Come abbiamo visto nel terzo episodio, l’infermiera Rita, che non è proprio un’infermiera, ha iniziato a porre delle domanda sulla salute mentale del villain Mr Jingles. La donna si è rivelata essere una psicologa di nome Donna Chambers, che ha rubato l’identità ad una ragazza.

Donna deve essersi ispirata a Holden Ford, perché la sequenza con cui è avvenuta la scena rispecchia molto le tattiche del personaggio in Mindhunter. Holden e il suo partner, Bill Tench, sono degli agenti dell’FBI. La coppia viaggia continuamente intervistando i vari serial killer in modo da poter scoprire i motivi e i comportamenti che li hanno indotti a diventare dei pluriomicidi. Ed è esattamente quello che succede anche in American Horror Story.

Nell’episodio intitolato Slashdance, Donna ha visitato il paziente sperimentando dei metodi alternativi. Il dialogo tra Donna e Benjamin sembra uscire direttamente da Mindhunter, a partire dal particolare del registratore sul tavolo.

Le differenze

Ci sono, però, alcune differenze. Donna la pensa esattamente come Holden e Bill. La psicologa crede che le persone non nascano malvagie. C’è qualcosa nell’ambiente esterno che le “attiva” e le spinge ad uccidere.

Vuole sapere come Mr Jingles fu svegliato all’interno di Benjamin. Solo con la donna, l’uomo è libero di parlare e per la prima volta si sente anche capito. Forse non si ricorda neppure di aver ucciso tutte quelle persone 14 anni prima, nel 1970. Donna pensa che se può studiare Benjamin nel suo “habitat”, allora può scoprire perché si è trasformato in un assassino. Potrebbe essere l’unica maniera per prevenire e fermare casi simili in futuro.

Come sempre, in tutte le serie tv di Ryan Murphy, certi riferimenti non possono essere casuali. In ogni suo progetto, il creatore di Glee riesce sempre a enfatizzare i nuovi fenomeni mediatici.

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