E’ uscito oggi in rotazione radiofonica, nei digital store e nelle principali piattaforme streaming “Che Canzone Siamo” il nuovo singolo di Aiello, che arriva la pubblicazione del brano “Vienimi (A Ballare)” uno dei tormentoni dell’estate 2020.
“CHE CANZONE SIAMO”, scritta dallo stesso Aiello e prodotta da Iacopo Sinigaglia e Alessandro Forte, è una ballad contemporanea figlia del “new pop” dell’artista, che fa della contaminazione di generi la sua firma. L’artista ormai entrato nei cuori di tutto il pubblico italiano, questa volta, mescola cantautorato italiano, pop internazionale e suoni urban, in modo potente ed empatico. La ricercatezza del sound e le parole dirette, mai scontate, scelte per raccontare la fine di una relazione, arrivano dritte al petto e al cuore.
Il singolo, che si apre con le note delicate di un pianoforte, segue un crescendo emotivo fino al ritornello fortemente elettronico. In questa canzone, sicuramente la più urban della sua produzione, i suoni pop della chitarra acustica e del pianoforte incontrano quelli più acidi della synth lead che crea un arpeggio volutamente fuori tempo rispetto al metronomo. Sentimento e Sperimentazione sono le forze motrici della visione artistica del cantautore.
Per promuovere al meglio il brano è stato girato anche il relativo video musicale che vede alla regia Giulio Rosati e prodotto da Borotalco.tv, racconta il dolore che si prova alla fine di una relazione e la lenta rinascita che ne consegue. La malinconia del protagonista viene espressa attraverso le immagini che si susseguono in un “notturno” denso, in cui l’atmosfera è cupa e la nebbia avvolge ogni cosa; il ritmo è serrato e il costante cambio di location, unito al movimento della telecamera, enfatizzano lo stato d’animo del cantautore.
L’intenso pathos emotivo trasmesso da questa evoluzione spirituale raggiunge l’acme nell’ultima scena, quando le stelle, anziché cadere, salgono verso il cielo, tracciando scie inedite. I tagli sulle mani e sul petto non buttano fuori sangue, ma una luce accecante, come a dire che le ferite del cuore sono premesse di nuova vita